JOE R. Lansdale: Maneggiare Con Cura (Fanucci, pp. 346, € 14,90) |
Camaleontico e prolifico, Joe R. Lansdale, nato in Texas nel 1951, figlio di un meccanico analfabeta che si guadagnava da vivere con gli incontri di wrestling, è autore di una ventina di romanzi e di un numero imprecisato di racconti (dimensione nella quale ha più volte sostenuto di trovarsi a suo agio). Una produzione sterminata, con incursioni nei filoni più disparati, che gli ha fruttato cinque Bram Stoker Awards, il British Fantasy Award e l’American Mystery Award, più le benedizioni autorevoli di Stephen King e Robert Bloch. La bella antologia appena pubblicata da Fanucci nella collana AvantPop, farà felici quanti da noi conoscono Lansdale per le visionarie storie a fumetti di Preacher, per i romanzi La Notte del Drive-In (apparso per la prima volta in Italia nel 1988 sulla rivista Urania della Mondadori, poi ristampato da Einaudi); Freddo a Luglio (Phoenix); Il Mambo degli Orsi (Einaudi); Mucho Mojo (Bompiani); Fiamma Fredda (Il Giallo Mondadori), oppure attraverso le ripetute dichiarazioni di stima di un fan d’eccezione quale Niccolò Ammaniti. Risulta invece impossibile inscatolare l’intera produzione di Lansdale all’interno di un genere: thriller, pulp, horror, sf, commedia nera, western, romanzo storico, satira sociale. Spiazza i critici, afferma di essersi nutrito in egual misura e in maniera lucidamente disordinata di letteratura alta e bassa (da Twain a Faulkner, passando per Edgar Rice Burroughs), di comics, riviste porno e di tanto cinema di serie B con vampiri, mostri mutanti venuti dallo spazio, morti viventi e kung-fu. L’ultima fatica, apparsa in patria nel 2001 è il romanzo Zeppelin West ed ha come protagonisti il Capitano Nemo, Buffalo Bill (con annesso circo), il dottor Moreau e la creatura di Frankeinstein. Pazzesco? Godibilissimo! Un magma che ribolle in queste tredici storie (più i due brevi saggi L’ inferno visto dal parabrezza ed Eccitarsi per l’horror: emozioni a basso costo) tradotte da Umberto Rossi e accompagnate da una esaustiva postfazione di Luca Briasco e Mattia Carratello. Si comincia con L’arena, cupa vicenda di un uomo finito per sbaglio in un villaggio rurale i cui abitanti si dilettano a ridurre qualsiasi forestiero gli capiti a tiro al rango di schiavo/gladiatore, poi si prosegue alla grande con il gore spassoso, tarantiniano di Girovagando nell’estate del ’68, avventura di tre giovani balordi alla ricerca di una notte brava (lo stesso spunto dal quale più avanti partirà La notte che si persero il film dell’orrore). Commuovono invece l’apocalittico Piccole suture sulla schiena di un morto (fine del mondo, zero possibilità di farcela, un uomo in preda ai rimorsi), I treni che non abbiamo preso e Non viene da Detroit, tre riuscite incursioni nella sfera dei rapporti uomo-donna (altrove si parla esclusivamente di scopate). Di sicuro, i libri di Lansdale non sono consigliati a chi ha avuto qualche difficoltà a farsi travolgere dall’horror grottesco di Dal Tramonto all’Alba di Robert Rodriguez (ma anche dal torrido U-Turn di Oliver Stone) e prova ancora imbarazzo a farsi sorprendere dai conoscenti con un classico di Stephen King tra le mani (male, molto male!). Viscerale, anarchica, corrosiva, la voce di questo geniale scrittore ha i colori della Pop Art e delle pellicole di Roger Corman addizionati alla fresca linfa che scorre nelle pagine di David Foster Wallace e Mark Leyner (ok, quest’ultimo è il più ‘suonato’ tra tutti, non si discute). Partirete da Maneggiare Con Cura e non tornerete più indietro, per nessuna maledetta ragione al mondo, ai vostri amati (Ex) Giovani Scrittori Che Scrivono Struggenti Romanzi Di Formazione. P.S. Buon Viaggio! (S. B.) |