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Pag.2: FUMA FUMA COniGLIONE  di Antonio F. Pileggi

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Schedina vincenteBASTA, DEVO TROVARMI UN LAVORO.....

queste furono le parole che mi dissi una mattina appena svegliato, tutto ciò suonava come una condanna ma era pur sempre una forma di reazione, non so bene a cosa o verso chi, ma cosa importava, dovevo reagire, iniziavo a prendere coscienza delle mie responsabilità, e mi rimisi a dormire.

Il pomeriggio, mosso da profonda convinzione iniziai ad interrogarmi senza tregua e senza risparmio, su cosa fossi in grado di fare, quale erano le mie potenzialità, quali le mie aspirazioni, dovevo cercare in me, volere profondamente, credere combattere ed obbedire, disciplina, rigore...goal, erano elementi necessari per ottenere dei risultati immediati ed appaganti e così dopo acute riflessioni ebbi le prime risposte:

Il primo pensiero fu rivolto al

MATRIMONIO,

potevo farmi sposare da una bella ragazza, ricca, felice e magari figlia unica, spendendo così il resto della mia vita ad oziare ed a farmi rinfacciare che non facevo nulla, che ero buono solo a bere, che la trascuravo, che ero cambiato  dopo il matrimonio ,specie dopo la comunione dei beni e bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla..... Pesante tutti i giorni così...no,no, io non ce la facevo avevo appena iniziato ad immaginare il mio futuro ed ero già stanco; così decisi di riposarmi...a mente serena si ragiona meglio, mi dissi.

Risvegliatomi, avevo tutto più chiaro, dovevo pensare a qualcosa di  più solido, dover dipendere da qualcuno non era certo gratificante, pensai a qualcosa di scientificamente inconfutabile che mi assicurasse un certo tenore di vita.....lo so ,i soldi non sono tutto ma sono un buon palliativo. Ebbi così il mio secondo pensiero

LA SCHEDINA

un buon tredici milionario avrebbe risolto ogni problema, ma era quello che realmente volevo? non si trattava di uno schifoso compromesso, avrei speso tutto in pochi mesi ...e poi.....capii subito, ed i miei pensieri si elevarono verso traguardi più alti, più elevati più consistenti.

LA LOTTERIA ITALIA,

sette miliardi sono sette miliardi e non sono certo sufficienti pochi mesi per spenderli.

Decisi, e così fu, era il 13 ottobre 1989 mancavano circa quattro mesi all'estrazione e l'indomani avrei comprato il biglietto, tutto era programmato con largo anticipo niente era stato lasciato al caso, così, dopo essermi congratulato con me stesso, mi riposai .

L'indomani, nel pomeriggio (dopo il riposino) acquistai il mio primo ed unico biglietto, la fortuna sa dove deve arrivare, mi dissi, ed iniziò il mio lungo periodo  di preparazione.

Pensavo a come spendere i miei soldi, come investirli, che tipo di letto comprarmi, (ad acqua, decisamente ad acqua) e tra un sonno e l'altro iniziai a pensare a come avrei reagito.

Credo di essere la persona più preparata al mondo su come reagire ad una vincita miliardaria, avevo svolto un vero e proprio studio  sulla dinamica  delle reazioni alla vittoria miliardaria e lo avevo intitolato in maniera molto creativa "studio sulla dinamica delle reazioni alla vittoria miliardaria" tutto attraverso un rigoroso metodo scientifico, coadiuvato da interviste, statistiche, studi di diagrammi, filosofie orientali, toast, caffè, ottenendo alla fine un risultato inaspettato, un misto di trascendenza e di immanenza, tra manicheismo e ostracismo interiore, una sorta di cabala alfabetica dell'inconscio....

la mia teoria:

non avrei detto niente , trattenendo in me tutte le mie reazioni, (proprio come quando si deve fare pipì ma c'è dentro uno da un'ora che se la prende comoda e risponde alle tue suppliche sempre più umilianti....aspetta..... aspetta .....aspetta devo ancora lavarmi le mani )

avrei incalanato la mia gioia nel mio IO più interiore, epurandola dalle negatività nocive all'organismo, trattenendola fino all'inverosimile, combattendo come un eiaculatore, per poi  esternare il tutto con un solo e semplice gesto catartico la mia gioia orgasmica SSSSSSSSSSSSSSSSiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

   Il 6 gennaio tirai fuori il mio biglietto, fino ad allora gelosamente custodito per tanto tempo.........ed accadde l'impossibile, venne fuori un urlo incredibile, perfettamente epurato da tutte le negatività, oserei dire interiorizzato al punto giusto;

il mio vicino aveva vinto la lotteria, ed a quanto pare, aveva appreso perfettamente anche la mia personalissima tecnica, di cui sicuramente aveva  sentito parlare.

Avevo perso, ma per la prima volta mi sentivo vincitore,

possono le sconfitte essere utili?

darci degli insegnamenti?

può uno sconfitto vincere nonostante abbia apparentemente perso ed il vincitore non rendersi conto che lo stanno prendendo in giro e che in realtà forse lui crede solo di aver vinto ma ha perso perché i vincitori appartengono ai vinti?

e sopratutto, chi pareggia a chi appartiene?

I sette miliardi andarono sempre a Lorenzo, macellaio e mio vicino  forse aveva anche perso vincendo ma una cosa era certa era uno che sapeva perdere bene.

In me stava cambiando qualcosa, qualcosa di me di cui ignoravo l'esistenza stava germogliando inaspettatamente...ero un pensatore e non lo sapevo, avevo un animo artistico e non lo sapevo, avevo sensibilità e non lo sapevo, avevo carisma e non lo sapevo ....

quante cose non sapevo di me stesso ?

La sensazione che provavo era simile a quando si fruga tra le vecchie cose, vecchi indumenti, scatole, contenitori, ci  guardi dentro così senza interesse e all' improvviso scorgi uno scatolo, lo apri e dentro ci trovi 200.000 lire, una sorpresa,  diventi felice ma allo stesso tempo triste perché le hai dimenticate e magari avresti potuto farci tante cose, avresti potuto esaudire almeno un piccolo desiderio.

Iniziai a rivivere il mio passato, alla ricerca di chissà cosa, forse di un segnale che mi facesse riflettere, prendere coscienza delle mie potenzialità e così ricordai i miei trascorsi, la mia infanzia, la mia pubertà, l'adolescenza ... ritornavo indietro nel tempo  per cercare le mie radici, la mia formazione, un percorso obbligato per chi vuole capirsi meglio e vuole comunicare o almeno, ci sta provando.

   Non riuscivo a prendere sonno, troppi pensieri per un giorno solo e così riesumai un non libro, lo definivo così perchè potevo iniziarlo da dove volevo, aveva sempre un senso, una sua logica; era un libro circolare me lo aveva regalato un mio amico che tra parentesi lo aveva anche scritto.

Poesie, storie brevi, frasi, si trattava di  una specie di raccolta, come un diario. Dove tutto era consentito all'autore, anche la più spudorata verità, e devo dire che aveva su di me uno strano effetto terapeutico ...mi faceva dormire, e quando dormo io…PENSO.

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