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KOREAPRIORITARIA |
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Koreaprioritaria…ovvero un viaggio della reincarnazione di Robert Flaherty (1922, Nanook l’esquimese) non più nei mari del Nord ma in Corea. È con piacere che annuncio un risveglio del gusto per quella che possiamo definire l’ "immagine che parla" protagonista del cinema documentaristico. Ci voleva! Sempre più assorbiti da immagini flash digitali, acrobazie straordinarie della telecamera, montaggi più veloci della luce e quant’altro lo sviluppo cinematografico offre (naturalmente senza nulla togliere a tutto ciò), stavamo per dimenticare, forse, che la realtà è già densa di significato e le persone comuni altrettanto. In effetti basta poco: nove coreani, nove cartoline, un registratore per sentire le loro voci e i loro ricordi, una telecamera portata a mano e la capacità di essere obiettivi. Koreaprioritaria è praticamente questo, ma anche molto di più: non è piatto, non è banale, non è spoglio di sensazioni. Le immagini spesso tremolanti riprese dal cameraman-regista itinerante impongono il punto di vista della telecamera, senza contraffazioni di nessun tipo, se non giusto un montaggio ad hoc per mantenere intatta l’attenzione dello spettatore. Le voci sono quelle di chi in quella terra ha vissuto, e le immagini ricevono anima e corpo proprio dalle parole di questi speakers che si trovano in un fuori campo lontano un bel po’ di Km. Il filo che unisce i protagonisti è una Corea a metà tra l’antico e il moderno, una Corea che tramite l’idea originale di Gustav Hofer, gli occhi della telecamera e il cuore di nove dei suoi figli, viene percorsa dallo spettatore comodamente seduto in poltrona. Un viaggio semplice, alla scoperta della disponibilità e comunicatività della gente del posto, alla scoperta di luoghi comuni che non possono non trasmettere una sensazione di piacevole calma. Chi ha detto che il cinema deve essere sempre e assolutamente sensazionale: la vita, in fondo, è fatta di piccole cose… Roberta Pisani |
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