Liberarsi dal giogo , esattamente come le proteste del
mese scorso non erano altro che uno sfogo al pari di un passeggiatone alla
Auchan, e' qualcosa di ricacciato talmente nell'incoscio dalla vita
schiacciante dei nostri giorni dall'apparire (e forse anche essere)
ridicolo, immotivato, obsoleto: tuttavia misteriosamente necessario, come
molti mi hanno confessato. Piu' le ragioni sono lontane dalla
"co-scienza di classe", inoltre, piu' sembra impellente ed irrazionale,
irrefrenabile la richiesta. Tutto cio', ormai abitudine, vizio "morale",
quasi, si applica sempre piu' spesso ad ogni azione nostra azione che non
costituisca un lavoro, che non sia riconducibile al procacciarsi il denaro
per vivere. E si trasforma sempre piu' spesso in uno scherzo, uno
sberleffo del buffone al potente, un'amara ironia, magari anche in
forma-film, con del lavoro dietro, solido, tecnicamente avanzato. E piu'
si lavora sulle fonti storiche scavando mesi ed altri mesi per una
produzione cinematografica, piu' la presa di posizione di chi ha avuto
l'idea originaria si fa solida e inattaccabile, la prospettiva di studio
del fenomeno si arricchisce di particolari, che fatalmente si dan ragione
l'un con l'altro, si costruisce insomma una teoria come un figlio
iperprotetto ed un figlio iperprotetto (ed anche ipermaltrattato, in
verita') diventa anche il regista, l'autore, l'attore, il divo, il
campione. Che poi, come in "Mullholland Drive", deluso dal "sistema" e'
costretto a iniziare la protesta. Sempre la stessa. Sinceramente non ce la
faccio piu' a sorbirmi ancora l'artista indignato, non lo sopporterei
proprio perche' ne ho visti troppi. Credo sia piu' il caso di rimboccarsi
le maniche e trovare un sistema migliore, piu' sottile per far passare le
idee attraverso i filtri sofisticatissimi della societa' moderna. E' una
sfida aperta, non celata, che e' benefica all'arte come al resto del
mondo, e che molti ancora stentano a riconoscere, a capire. Il tipico
atteggiamento, il piu' sciocco, e' quello di un'uomo fragile anziche'
sensibile, rigido anziche' operoso. Eppure la scienza ci insegna oggi la
morale di domani, credetemi! E oggi ci dice che per la validita' di
un'idea non dobbiamo piangere e combattere ad occhi chiusi come ha fatto
Costa-Gavras ma porla a confronto diretto ed aperto con le altre,
"compiutare" il dialogo per poter crescere tutti. E una tesi come la sua,
per quanto volte poi si e' capovolto il giudizio sulla storia, val bene
qualche schiaffo dal Vaticano, per esempio.
Ma sembra ancora
lontano l'atteggiamento cinico e compassato degli studiosi da quello
infantile e disordinato de "L'artista". La separazione delle figure deve
esser sorpassata. I primi sanno bene che e' importante farsi il *ulo sui
calcoli e aver *ulo nei risultati, i secondi preferiscono logiche piu'
uterine, e spesso ne rimangono avvolti. Ma se osservate la storia anche
solo di lontano, vi accorgerete che le cose piu' grandi son state fatte da
chi ha saputo lanciare un ponte tra le tecniche piu' varie e l'istinto, il
fremito, l'ispirazione tenendolo forte con l'impegno e il sacrificio di
una vita, spesso amara e ritirata, altre volte invece forte e tragica come
quella di un'eroe.
Pollice verso a Costa-Gavras bambino, per quanto
mi riguarda, ma anche a tutti gli italiani per i quali "essere artista"
significa fare la bella vita, invece, e scoprire cose non per il gusto di
scoprirle, ma per il piacere di mostrare la propria scoperta, magari anche
dell'acqua calda...
Fornire prospettive nuove e' l'unico modo per
superare le diatribe che affliggono un popolo ricco e sterile come il
nostro europeo e questo vale in tutti i campi della conoscenza, compreso
il video. Credo ci provi, per quanto modesto possa esser giudicato il
contributo, proprio Blackmailmag, (di cui ancora voglio e spero di far
parte), realmente indipendente, realisticamente critica, una creatura
mediatica che sa sempre dove graffiare e dove concedere al mondo e alla
quale credo di poter offrire, nel futuro piu' immediato, ben piu' di
qualche chiacchiera ben organizzata, ma un reale contributo
tecnico-conoscitivo nei campi che realmente da sempre ho battuto: le
tecnologie dell'ascolto e la comunicazione musicale, magari raccontandole
nella storia fino ad oggi, le loro radici popolari e sciamane, cosmiche e
religiose, artigianali e guerresche e, cosa piu' importante, tutti i loro
protagonisti. |