Vista è la mia prima raccolta. Di seguito la lettera che accompagnava
originariamente la piccola opera, indirizzata ad un'amica.
18-6-2001, pomeriggio
Cara Federica,
questa collezione di poesie si chiama Vista.
Per creare rapidamente, come mio solito, ho utilizzato proprio il suddetto
senso.
Ricordi il pittore di Scorsese in New York Stories? Che stereotipo
terrificante!
L’ispirazione non va sopravvalutata. Non credo sia simpatico e nemmeno serio
confidare in chissà quale illuminazione per fare arte, qualsiasi sia la
natura della composizione. Le cose belle o le miracolose produzioni, per
quanto mi riguarda, posson fiorire anche nella gran fretta, nella noia e
nell’apatia, nella rabbia o nella rassegnazione.
Chi sopravvaluta l’ispirazione probabilmente non l’ha mai conosciuta.
Seduto in un parco, mi sono guardato intorno e son cresciuti questi cinque
fiori nella mente, che ti piacciano o meno. Naturalmente spero di sì.
Il termine “Vista” si riferisce anche all’esperienza. Difatti è forte,
mascherato dal mio abituale, ostentato sincretismo, il ricordo di cose vere
e vissute più che la matematica del meccanismo intellettuale, che pur mi
appassiona ancora.
Le poesiole ti potran risultare perfino buffe, se avrai l’ardire di
indovinare a cosa si riferiscono “realmente”.
con affetto,
Andrea |