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Casa di Produzione: ROCKSTAR GAMES
Piattaforma: PLAYSTATION 2
Autore: SAM HOUSER
Completato
Grand Theft Auto - San Andreas ormai nel lontano mese di giugno,
terminate tutte le missioni e raminghi per le città dell'immaginaria
costa ovest dell'America virtuale targata Rockstar, io e Scene (il
mio compagno di PlayStation) attendiamo sempre con ansia ogni nuovo
prodotto di questa fantastica casa di videogiochi.
Avevo saputo tuttavia che Il prossimo episodio della serie GTA
sarebbe stato pubblicato per l'attesissima ma ancora lontana
PlayStation 3, e c'eravamo quindi rassegnati a un lungo periodo di
astinenza da smanettomani incalliti.
E invece no!
Esce all'improvviso per la vecchia e cara PS2 questo Warriors,
tratto dall'omonimo film di Walter Hill, che ancora una volta non
delude le nostre aspettative!
I più giovani probabilmente non conoscono la pellicola da cui è
tratto questo action-game, perché si tratta di un classico
street-style datato 1979, esempio illustre di un immaginario
cinematografico tipicamente fine settanta inizio ottanta, al quale
appartengono sicuramente anche altri film molto più celebri del
periodo come Fuga da New York di mastro Carpenter o il più
grottesco Grosso Guaio a China-Town, sempre con Kurt Russell.
In quel tempo andavano di moda i racconti sulle lotte di strada
perché effettivamente le grandi metropoli americane cominciavano a
prendere coscienza degli enormi pericoli e scomodità di vivere così
compressi in pochi chilometri quadrati. I grattacieli crescevano
anche per noi italiani che li vedevamo solo sui teleschermi, si
sentiva parlare per la prima volta di "robots", "cocaine-killer",
"ascensori super-veloci", ci eccitavamo giocando un guardia-e-ladri
al buio con primordiali pistole al laser e presto avremmo caricato
orgogliosi sul vecchio Commodore 64 o sul nuovissimo Amiga a 16 bit
i picchiaduro spixellati Double Dragon e Street Fighter,
che già giocavamo 200 lire a 200 lire nelle sale.
Da noi in Italia questo mondo di squadrette di giovani perdigiorno
in lotta tra loro e con la polizia per il controllo del quartiere
poteva essere echeggiato nella realtà forse soltanto dal ricordo
della banda della Magliana o da certe tensioni socio-politiche del
decennio precedente, ma eravamo piuttosto ricchi e addormentati nel
periodo '80, tutto Piper Disco, cinte di El Charro e giubbotti
Monclair.
Eppure ci infiammavamo molto, anche se indirettamente, con le storie
di gangs metropolitane (ancora serie e verosimili, non le burle alla
Arma Letale) o con quelle sul Vietnam, alla Rambo, piano
piano sempre più condite di futurismo ed elementi cyber-devianti e
cyber-derivati come nell'enigmatico Predator o nel
cupissimissimo Terminator di James Cameron.
Warriors della Rockstar pur partendo dalle medesime
coordinate del film (testimone il fake della Paramount in apertura
del DVD e i titoli di testa con le musiche originali e la celebre
ruota panoramica notturna) non si limita a ricalcare
pedissequamente, ma espande di molto i confini della narrazione
cinematografica gonfiando la storia fino alle dimensioni di un
colossal interattivo: possiamo impersonare tutti e nove i guerrieri,
creare nuove gangs e costruire giorno per giorno il nostro percorso
di training da "bullo" fino alla vittoria finale in modo
estremamente emozionante, grazie all'abile programmazione del
nutrito team e al genio del direttore di produzione Sam Houser, il
quale sarà sicuramente ricordato negli annali degli autori di
videogames come un personaggio fenomenale, creatore di splendidi
sogni che lasciano il segno in tutti noi anche una volta spenta la
console e gettato sul tappeto il famigerato dual shock.
Il segno distintivo di tutti i videogiochi di questa casa è infatti
anche in Warriors riconoscibilissimo: un modo di concepire il
divertimento piuttosto "cool" che non si vede per niente altrove, se
per esempio paragoniamo il già citato ultra-giocabile San Andreas
al coevo, rigidissimo e frustrante Driver 3 della Atari.
Ragazzi, tutto da giocare!
Andrea Capanna |
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