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Eppure Claudia non si fece più viva né il giorno dopo né quello
successivo, e neanche una settimana dopo l'aveva chiamato. Era partita
per le feste con la sua famiglia e gli aveva mandato un messaggio di
auguri per Natale. Ale aveva provato a telefonarle un paio di volte ma
lei gli rispondeva male, quando ci vediamo? le aveva chiesto e lei
distratta aveva risposto mah, non saprei proprio, ma te la ricordi
quella notte le aveva anche detto, e lei certo che me la ricordo, però
per favore non mettermi sulle spalle degli impegni che non ne voglio,
anzi a dirla tutta me la ricordo poco si corresse lei, ero proprio
ubriaca e Ale in quel momento ebbe il terribile sospetto che lei di
tutte le promesse che gli aveva fatto non si ricordasse proprio niente.
Tuttavia si aggrappava con disperazione al vecchio motto in vino veritas
per convincersi che se gli aveva detto io non ti abbandono voleva dire
che lo pensava e che quindi non lo avrebbe fatto, e ci credeva proprio
nella sincerità seppure alcolica di quelle parole, però i giorni
passavano e ancora non si erano più visti.
Quello che lo faceva soffrire tanto non era la possibilità che le
promesse non fossero mantenute, bensì l'ingiustizia di quella
situazione in cui lui si ritrovava la testa piena zeppa straripante di
ricordi che non volevano andarsene, io non ti abbandono, lui non
riusciva a dormire la notte e stava malissimo e avrebbe dato tutto
quello che aveva per potere fare come lei, dimenticarsi di tutto e
invece no, tu sei quello che ho sempre cercato Alessandro, ma allora
perché perché Dio Cristo adesso fai così, perché te ne sei scappata
via all'improvviso andava tutto così bene, e anzi Ale iniziò anche ad
odiarla sebbene in modo dolce e malinconico perché erano stati così
tanto bene insieme durante tutti quei mesi, per lui Claudia era prima di
tutto una cara amica e per quanto già da tempo la amasse con tutto il
cuore non avrebbe mai provato neppure a baciarla per la paura terribile
di perderla, e lei invece se ne era fregata, lei gli era corsa incontro
e non aveva dosato le parole che forse non pensava, lei l'aveva
abbracciato e poi baciato e ora però era Ale a trovarsi in questo
casino che bene aveva profetizzato, e mai credeva di essere stato così
male per una ragazza, mai aveva guardato nessuna pensando con tanta
certezza questa persona la voglio accanto a me tutta la vita, mai aveva
provato per nessuna il desiderio così forte di sollevarla via dal fango
dagli errori dalle amicizie sbagliate e dal dolore che la rendeva sempre
così infelice in fondo. Eppure mi sembrava, pensava Ale che con me tu
fossi felice maledetta è la prima volta che sei stata felice in tutta
la tua vita e allora perché mi chiudi le porte in faccia in questo
modo, e rischiando di impazzire proseguendo per giorni e giorni con
questi pensieri, per non parlare dei ricordi che lo tormentavano giorno
e notte decise di chiamarla e dirle senti ti prego, dobbiamo chiarire e
lei rispose volentieri, credo proprio che sia il caso.
Andarono a prendere una birra un po' fuori dal centro e dai soliti
locali, se non altro per evitare il rischio di incontrare amici comuni
in quel momento così delicato. Ale iniziò dicendo, mi sono accorto che
c'è qualcosa che non va e lei disse beh sì, tu lo sai che io vorrei
stare con te le disse, e prima ancora che lei potesse rispondere Ale
proseguì, e so anche a questo punto che tu non vuoi stare con me, ma lo
disse in modo quasi scaramantico ovvero sperava dicendolo di ottenere
esattamente l'effetto opposto cioè quello di scatenare in lei una
smentita, invece lei annuì e disse io non ti posso garantire niente, ci
continuiamo a vedere, questa cosa succederà di nuovo di sicuro ma non
voglio impegni, e lui disse va bene e in cuor suo pensava meglio di
niente, e poi la serata scorse parlando di altro in modo bello e allegro
come era sempre stato tra di loro. Ale la riaccompagnò a casa e la
salutò, e la guardava entrare nel portone numero 18, lo stesso portone
da cui si ricordava di essere uscito alcuni mesi prima con la sensazione
del disastro emotivo in agguato simile a quella del tutto in effetti
legittima che secondo Shakespeare ebbe Romeo prima di vedere alla festa
Giulietta, e da quel portone era uscito anche poco più di due settimane
prima con un sentimento del tutto diverso nel cuore, gioia
incontrollabile e assoluta, e adesso cercava di capire cosa provava
esattamente nel momento in cui vedeva Claudia rientrarci. E sebbene
razionalmente gli sembrava che fossero riusciti a ricucire le cose nel
modo migliore possibile, mentre la guardava tirare fuori le chiavi ed
entrare sapeva anche che qualcosa che ancora non riusciva ad individuare
era andato incredibilmente storto, e se solo avesse capito da dove era
partito questo processo inverso a come era sempre andato tutto fra loro,
forse allora sarebbe riuscito a tornare indietro.
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