Stasera
ho fatto un gioco, ho preso il cellulare e ho scritto il
seguente messaggio:
"Io sono una persona estremamente
superficiale, mi piacciono il buon vino le belle donne e
fare grandi tavolate per ridere con gli amici"
e l'ho inviato praticamente a tutte le
persone che ho in rubrica.
Ho cominciato da alcune, immaginando
la loro reazione, come avrebbero inteso la cosa presi in
chissà
quali diverse occupazioni al momento di ricevere l'SMS e il
pensiero mi ha divertito molto.
Allora ho esteso il lancio: un altra
persona e poi un'altra ancora e così via,
ogni volta soffermandomi a pensare le loro reazioni, ognuna
in base alla specifica personalità e le
diverse vite che conducono, le loro più svariate
occupazioni.
È come sfogliare un album di
fotografie o passare in rassegna la truppa dopo una
battaglia, oppure tornare con affetto ad una propria
collezione d'oggetti e ricordi.
Il gesto, apparentemente fatuo,
forse persino inutile e irritante per chi ne
è
oggetto,
è però,
vi posso assicurare, estremamente gratificante per chi lo
compie e in fondo non credo arrechi danno a nessuno.
Per i riceventi, la strategia
migliore al fine di non sentirsene offesi o preoccupati e
sintonizzarsi su questa vacuità
specifica, coglierne lo spirito libero, deviante senza
disperare a chiedersi: "Ma perché?
Che vuole, ora? Cosa
è
successo?" o "Questo qua dev'essere proprio impazzito!".
Non è un indovinello o un
esperimento che racchiude chi sa quale misterioso
significato o una qualche profonda teoria sociale, ma solo
qualcosa che mi ha fatto ridere mentre lo facevo e che perciò andava
fatto, qualcosa che sentivo stimolante, produttivo,
positivo. Una voglia assieme leggera e impetuosa, assieme
onesta e ironica, assieme debole e pur potente e graffiante.
È oltretutto un messaggio aperto,
che lascia libera l'intesa senza imporla: se c'è,
si realizza e nessuno
è
obbligato alla comprensione dell'assunto, men che meno ad
una risposta coerente.
Cos'è
l'esistenza senza la libera iniziativa?
(la vera libera iniziativa, non quella "di mercato")???
Cos'è
un'opera senza il palcoscenico (la vera opera, non quella
"d'arte") ? Nulla.
Invece la nostra piazza e il nostro
palcoscenico possono essere oggi elettromagnetiche, senza
confini. Si può
contemporaneamente nobilitare e deridere il mezzo (nel caso
specifico il cellulare) con l'innocenza di un messaggio
privo di senso, si può
ancora compiere il gesto che rompe la stucchevole monotonia
delle cose prevedibili, necessarie, utili, concrete,
convenzionali. Che brutte quest'ultime parole per chi ha
voglia di divertirsi, non vi pare?
Il divertimento richiede solo un
pizzico di coraggio ed il coraggio
è
sempre più,
pericolosamente fuori della nostra logica quotidiana: non
date retta a Quentin Tarantino quando cerca di terrorizzarci
con le tremende torture ai personaggi di Hostel II,
viaggiare non
è
pericoloso come vuol far crederci lui o in altri film di
propaganda filo-occidentale come Turistas, dove un
gruppo di americani in visita in Brasile viene usato come
carne da macello da un folle professore in delirio
para-socialista!
Oltre ogni utilitarismo s'erge,
spavalda e sardonica, la demenza, il mirabilmente "de-mente"
che spero tanto ci appassioni ancora!
Mai perdere la passione d'esplorare
o invece d'esser perduti in un luogo straniero (sensazione
peraltro piacevolisssima), lo saremo nel nostro animo e ciò
sarebbe davvero grave!
Arrivederci.. :-)
Andrea
Capanna |