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Ghost World di Daniel Clowes (leggi la recensione al film) |
Il mondo e il suo fantasma. Estate alla fine degli anni novanta, "Ghost World" sono le parole che macchiano i muri e le vetrate di in una piccola città degli Stati Uniti. Questa è la storia di Enid e Rebecca, amiche inseparabili appena diplomate, e delle loro paure sulla soglia dell’età adulta. Una serie di personaggi, bizzarri eppure inquietantemente familiari, completano un panorama umano segnato dal logorio dei rapporti e da un senso generalizzato di solitudine che sembra appartenere agli oggetti quanto alle persone.
Un incerto distacco.
Come in larga parte del miglior fumetto americano ed europeo degli ultimi anni (da Zograf ad Adrian Tomine, da Chester Brown a David B) anche nelle opere di Daniel Clowes è presente una forte istanza autobiografica. Questa tuttavia, priva di qualsivoglia compiacimento narcisistico, viene distribuita tra i vari personaggi che non si riducono a maschere neanche quando la caratterizzazione sconfina nei territori del grottesco. Sono vivi, ci sembra di conoscerli o di averli incontrati, spesso li sentiamo pericolosamente vicini. Per questo provocano sensazioni tanto contrastanti: odiosi e simpatici, disgustosi e teneri, appaiono incredibilmente "veri" sotto la luce onesta, rispettosa ma cruda, infusa dal rigore antropologico del loro creatore. La scrittura (verbale e grafica) di Clowes non giudica mai i suoi personaggi per questo può permettersi di essere impietosa. Daniel Clowes ha definito il suo disegno, denso di riferimenti ai perduti anni ’50, un misto di realismo fotografico e di astrazione tipicamente fumettistica. Egli è l’erede colto e consapevole di una lunga tradizione che ha esercitato l’arte della caricatura come pratica di introspezione psicologica, senza che questo tolga nulla agli intenti satirici. Infatti, avrei dovuto dirlo subito, Ghost World è un fumetto divertente, di un umorismo affilato, a patto però di accettare quel tipo di sorriso che lascia l’amaro in bocca, a patto di saper apprezzare il disagio sottile di ridere su se stessi.
Daniel Clowes.
In Italia sono stati finora tradotti e pubblicati quattro dei suoi libri: #$@&! L’Antologia Ufficiale di Lloyd Llewellyn (Telemaco Comics, 1992) è ormai praticamente introvabile; Ghost World e la raccolta di storie brevi Caricature (entrambi editi da Phoenix Enterprise rispettivamente nel 1999 e nel 2001) si possono trovare con una certa facilità nelle librerie specializzate; David Boring (Coconino Press, 2001) è reperibile, oltre che nelle fumetterie, anche in alcune librerie di varia. In attesa e nella speranza che il successo del film Ghost World, di cui è anche sceneggiatore, diffonda il suo benefico influsso… Alessio Trabacchini |