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AMMONCONTACT: One in an infinity of ways (Ninja Tune) |
Con l’avvento del terzo millennio tutti gli amanti della musica elettronica, tutti i cuori che hanno battuto forte durante gli indimenticabili anni ’90 grazie alle emozioni musicali partorite dalle menti umane in combutta con le nuove macchine, nutrivano forti aspettative nei confronti dello sviluppo sonoro al silicio. Ci si aspettava in sostanza qualche next big thing, qualche nuova pietra miliare da aggiungere a quelle sfornate nel decennio sopraccitato. Così purtroppo non è stato e nelle ultime stagioni, oltre alla pletora di inutili compilations modaiole ormai in vendita nei migliori megastores (in Italia poi siamo tristemente specializzati nel trasformare i fenomeni underground in carne-business da macello), nulla di clamoroso è emerso nel settore. Però…però esistono individui, combo e factories vere e proprie che continuano a lavorare nell’ambito della sperimentazione e dell’associazione tra tradizione e modernità. In tal senso si distingue nel vecchio continente la britannica Ninja Tune, già diverse volte ospitata sulle pagine di BMM. La label dei Coldcut, Jonathan More e Matt Black, si è sempre distinta per il grande spazio che concede ad artisti emergenti e per la grande abilità in veste di talent scout con cui riesce a “pescare” nuovi talenti. Giungono quindi ben accolti nella casa d’oltremanica i grandi amici Carlos Niño e Fabian Ammon, meglio conosciuti come Ammoncontact. Sono di Los Angeles, vanno iscritti a pieno titolo alla gloriosa scena underground della città e maneggiano materia acustica davvero particolare. Un cocktail di sonorità spesso minimali, a tratti intrise da grandi atmosfere, dall’incedere estremamente lento. Si tratta insomma di un’ulteriore evoluzione del tessuto ritmico hip hop, sul quale Carlos & Fabian inseriscono abilmente i loro samples, dal sapore funk e jazz, nonché strumenti nell’accezione più classica del termine. Il loro ruolino di marcia li vede coinvolti in progetti licenziati da prestigiose labels come la Soul Jazz e citati nelle compila di personaggi come King Britt e Dj Shadow. Il geniale Prefuse 73 ha definito efficacemente tali alchimie con il termine di “machine funk”, credo però che una semplice etichetta non premi appieno il lavoro degli Ammoncontact. One In An Infinity of Ways è un album da gustare nel suo insieme, fortemente evocativo anche nei momenti in cui la sottrazione degli elementi in gioco farebbe pensare il contrario. Una sorta di colonna sonora, un racconto che riporta alla mente diversi periodi musicali: personalmente ci ho “visto” persino del jazz (aiuto, spero che i tradizional-puristi del genere non se l’abbiano a male), ho visto la new thing afroamericana. Così ho fatto un esperimento, aggiungendo il disco dei losangelini all’elenco di quelli “sui quali” ho letto proprio lo splendido New Thing di Wu Ming 1. Era l’unico lavoro attuale della mia personalissima soundtrack, composta inevitabilmente dalle opere di Eric Dolphy, Ornette Coleman, Albert Ayler e di Sua Maestà John Coltrane. Beh…non voglio assolutamente azzardar paragoni tra le espressioni artistiche provenienti dai sopraindicati dei dell’Olimpo e i “terrestri” Ammoncontact, affermo solo che One In An Infinity of Ways ha fatto la sua bella, porca figura…
Bob Sinisi sul web: http://www.ninjatune.net/home/ |
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