Speciale Marvel Ultimate

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Ultimate Spiderman   

 

Autunno 2000. Ultimate Spiderman esordisce nelle edicole statunitensi ed è successo immediato. Merito di una grande operazione di marketing, naturalmente, che ha visto la Marvel investire bei soldoni per accalappiare più adolescenti possibili fuori dalle scuole e dai cinema. Il trucco è stato distribuire, gratuitamente, l'ormai ricercatissimo numero uno. Certo perché se la dose è buona, come l'arte dei pusher insegna, ne basta una che si è nel tunnel. E così come è successo in America, così è accaduto in Italia all'arrivo della collana, nel maggio dell'anno successivo.

Ultimate Spiderman (che d'ora in poi chiameremo USM) segna il battesimo glorioso dell'operazione "up-date" che ha rilanciato la leggendaria “case delle idee”. Il riazzeramento, cioè, delle sorti dei celebri super eroi nati dall'estro del duo Stan Lee-Steve Ditko quattro decenni fa. Altri tempi, altre storie, altro stile. Quarant'anni di fumetto equivalgono a ottanta di cinema, tanta è la strada mangiata. Andatevi a rileggere la genesi di Spidey del 1962: solo poche vignette naif per arrivare all'incontro tra il timido Peter Parker ed il ragno radioattivo (che qui diventa "geneticamente modificato"). Nella versione Ultimate, invece, ben venti pagine vengono impiegate per affrescare il mondo conflittuale del quindicenne Parker, prima che il suo destino cambi per sempre.

   Inutile dirlo, i lettori d'un tempo storceranno inevitabilmente il naso all'idea che la debole vecchietta Zia May si sia trasformata in un'affascinante e comprensiva donna di mezz'età. Per non parlare dello sfortunato Zio Ben: la nuova versione lo ha omaggiato di fisico atletico, codino da figo e mentalità da ex-hippie. Lo so, lo so, state storcendo il naso. Ma al sottoscritto, sfogliando il numero uno, è successo di peggio. La verità, per fortuna, è che il risultato è davvero sorprendente. L'identità e lo spirito del fumetto originale rimangono immutati. Ma i risultati, ragazzi, altra roba. La profondità, l'ironia, il lavoro sui dettagli, il gusto della narrazione, i continui rimandi alla realtà contemporanea: USM è prima di tutto un brillante “comic” sugli adolescenti di oggi e sull'immancabile difficoltà di fare i conti con la brutalità che c'è là fuori. L'azione è ridotta ai margini, spesso dimenticata a favore di dialoghi brillanti e agilissima soap narrativa. E quando arriva, lo spettacolo si fa vero entertainment che non ha mai la pecca di annoiare, di prolungarsi oltre il dovuto e di compiacersi di inutili fronzoli “exploitations”.

   Le piccole differenze con gli esordi di quarant'anni fa? Ok, restyling degli zii a parte, la nascita dei due primi arci-nemici, cioè Goblin e Doc Octopus, è strettamente legata all'acquisizione dei super poteri del nostro eroe. Inoltre, in questo universo di esseri mutanti ed esperimenti genetici (perché, altra novità, si parla di Spidey come di un'essere mutante'), le implicazioni politiche hanno un peso davvero enorme, come dimostrano gli up-date degli X-Men e de I Vendicatori partoriti poco dopo (collane che, tra l'altro, fanno spesso incursione nel mondo dell'arrampicamuri). Last but not least, infine, la prima love story di Peter non è con la candida e sensuale Betty Brant, segretaria del dispotico Jona Jameson, ma con la compagna di banco Mary Jane, che nella versione originale, invece, accalappierà il cuore di Peter solo dopo diversi numeri. E proprio nel rapporto con la rossa Mary sta la vera invenzione: sì, perché ciò che principalmente arricchisce questa testata, è l'incredibile realismo che la caratterizza. Senza svelarvi troppo, vi annunciamo che il rapporto sentimentale di Peter acquista una ricchezza psicologica sorprendente. Mai, infatti, la tensione morale e il tormento psicologico del nostro eroe hanno trovato una così profonda sublimazione. Stretto com'è tra i problemi adolescenziali, il trauma della perdita dei propri genitori, i sensi di colpa legati alla morte dell'amato zio, e l'enorme responsabilità di doversi confrontare con i peggiori criminali del pianeta (sempre con il rischio di far tardi a casa ed essere messo in punizione...), Peter diventa un carattere in continua evoluzione che, proprio nel legame con una sua coetanea, trova la spinta necessaria per avventurarsi dentro i lati oscuri della sua età. E nel confronto con la ragazza, che man mano acquista uno status caratteriale sempre di maggior peso (in uscita adesso negli States, non a caso, un 'romance' tutto dedicato a lei) il timido Parker trova il sostegno necessario per reggere il peso dei suoi poteri e della continua sfida con la morte.

Il meccanismo dell'identità segreta, inoltre, è un tabù storico che viene spazzato via con grande intelligenza, ed in maniera evidente anche in altre ottime serie contemporanee (vedi Devil & Hulk o 100% Marvel: Alias), in nome di una maggiore suspence e di una complessità di scrittura che supera agilmente gli schematismi tipici che caratterizzano i fumetti. Merito ed onore di tutto questo va al talento autoriale di Brian M. Bendis, pescato tra le file di graphic novels come Torso e Jinx, piccoli gioielli che pare arriveranno presto al cinema sotto la sua supervisione. Quello che contraddistingue lo scrittore di Portland, attivo come firma Marvel già sulle pagine di serie come Daredevil e Avengers, è uno stile brillante tra la cinefilia di Tarantino e l'ironia di Woody Allen, un ritmo e una punteggiatura dell'immagine che condiziona non poco lo stile delle vignette di Mark Bagley, e una spiccata versatilità evidente soprattutto negli irripetibili e sperimentali Team Up di USM (in Italia presenti come USM SPECIAL, assolutamente da non perdere). Qui l'autore ha l'insolita libertà creativa di assoldare i propri artisti preferiti, nomi solitamente fuori dalla grande industria e con tratti completamente opposti tra loro, per creare dei connubi improbabili che hanno semplicemente dell'incredibile. Firme che saltano dallo stile cartoon di Mike Allred a Jim Mahfood, con il suo inconfondibile segno caricaturale. Dall'incivismo acido di Ted McKeever al claustrofobico goticismo del maestro assoluto Bill Sienkiewicz, illustratore di una capolavoro come Spider Man & The Punisher, presente su USM Special n.2, albo che vi consiglio se volete farvi un'idea di cosa parlo.

Detto questo, sia che abbiate quattordici anni e conosciate solo Disney e Bonelli, sia che siate vecchi lettori oramai passati a miglior vita, il consiglio è di provare la dose. Per gli albi perduti (attualmente USM è giunto al n. 29) basta correre in fumetteria. I primissimi numeri, già di difficile reperibilità, possono essere recuperati nelle raccolte USM Collection o nella prima uscita della Serie Oro di Repubblica, tutta dedicata alla veste Ultimate dell'arrampicamuri, dove sono pubblicati i primi sette albi italiani.

Per il resto, datevi da fare. Buona lettura e arrivederci su queste pagine per raccontarci le sensazioni di USM n.30, con il terzo capitolo della mini saga Hollywood, nelle edicole dal 23 dicembre.

See you.

 

Antonello Schioppa