Speciale Marvel Ultimate

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Spider-man #32: Carnage 2

 

Spider-man #32: Carnage 2Ok. Non leggete quest’articolo se non avete prima letto l’albo in questione. Ripeto: non leggetelo! Perché, necessariamente, dovrò svelare il colpo si scena (e che colpo!) buttato lì da Bendis come niente fosse. Passate magari alla sezione “Cinema” di Blackmailmag, o andatevi a spizzare la gallery in cui la nostra free-lance Anna Guidi si esibisce nelle migliori pose della collezione Play Boy 68-70 (no, purtroppo non la troverete, siamo ancora in trattative su un paio di scatti troppo osé…).

Bene: entra in scena in USM 32 il peggiore dei cattivi: Carnage, clone malefico di Parker e cugino spietato di Venom (vi ricordate la breve parentesi di Spidey in costume nero? Beh, presto arriverà qualcuno con lo stesso look…). Nell’originale versione Marvel sia Carnage che Venom sono invenzioni recenti. Ma se nell’accezione classica la loro provenienza è “aliena”, nel mondo Ultimate hanno invece una genesi scientifica. Venom, infatti, è il frutto delle ricerche sul cancro fatte dal padre di Peter prima di morire. Carnage, invece, è una spaventosa mutazione originata dagli studi che il dottor Curt Conners (per gli amici Lizard) esegue sul Dna di Peter. Con la speranza di poter contribuire ad importanti scoperte nel campo della genetica e poter sconfiggere malattie incurabili, portando così avanti il sogno di suo padre, Peter autorizza Conners a studiare il proprio misterioso Dna da uomo-ragno. Però, come tradizione vuole, il mondo dei super eroi è pieno di sfighe. E tra tutti gli uomini in calzamaglia Spider-man come sfiga non è dietro a nessuno.

   Dunque ancora una volta per Peter più sono nobili i propositi e più disastrosi sono i risultati… Splendida e destabilizzante l’enorme tavola con cui Mark Bagley ci presenta il feto in provetta del mostro, capace di farci presagire le deviazioni horror delle tavole successive.

Inutile dirlo, il #32 sarà tra i più ricercati della collezione USM (#62 nella progressione americana). Perché sono tavole gelide, che lasciano senza fiato, che introducono il peggiore dei nemici possibili per il nostro eroe e, dulcis in fundo, cancellano definitivamente (almeno così pare) il personaggio di Gwen Stacy. Già. La bionda coinquilina di Peter, tra i personaggi più interessanti della serie, lasciata crescere dall’autore fino a farla diventare assoluta protagonista femminile al fianco di May e Mary Jane, viene infatti uccisa quando tutti invece si aspettano una sua matura evoluzione. Occorre dirlo: la cosa dispiace. La sensazione non è molto lontana da quella che provoca la morte di Janet Leigh nella doccia di Psycho. La tecnica narrativa, oltre che il colore dei capelli, è infatti molto simile: quella che sembra una protagonista all’inizio della propria storia viene spazzata via. Con la sua complessità psicologica, la sua bellezza, la sua giovinezza. Con la stessa brutalità e rapidità con la quale si fa fuori una comparsa qualunque. USM 32 finisce così, in due paginette che spengono la vita di Gwen. “Paginette” magistrali, fatte di horror puro e di una qualche strana poesia. Complimenti a Bendis.

 

Antonello Schioppa