L’auspicio
dopo la prima parte di Incubo era che
Ellis evitasse di giustificare gli aspetti più disturbanti attraverso la
dimensione onirica, perseguendo all’interno della dimensione horror
manifestata nel primo numero. Vediamo com’è andata.
Se da una parte il primo auspicio è soddisfatto e la dimensione fantastica,
evanescente e sognante è messa in disparte (conferendo in questo modo forza
e vigore alla caratterizzazione poco marveliana di Incubo 1),
dall’altra, la penna dell’autore sorprende ancora una volta trasformando e
plasmando l’orrore in mistero e l’inquieto in tensione. L’incubo tramuta in
avventura, in una indagine dell’ignoto radicata nei remoti anni del
ventesimo secolo (nella poetica Ellisiana, il ‘900 appare come il big bang
del nuovo millennio, l’atomo da cui ogni cosa ha avuto origine, e solo
risolvendo i suoi misteri/peccati l’umanità avrà diritto ad un futuro
migliore).
In tal senso, il punto di contatto di questo quattordicesimo numero di
Ultimates con Planetary (pubblicato in Italia dalla Magic Press su la
rivista Wildstorm) è evidente. La base sotterranea di Tunguska, entro cui si
svolge gran parte dell’azione di questa miniserie, somiglia maledettamente a
quei luoghi indefinibili e simbolici descritti nell’opera più famosa
dell’autore inglese. Luoghi che pur essendo il teatro di un’avventura (di un
incubo?), in realtà, celano dentro il loro mistero verità politiche,
filosofiche e morali.
È questo il posto che viene perlustrato a sud
dalla squadra di Nick Fury e a nord dal gruppo
degli X-men, ognuno con le proprie motivazioni e verso le proprie
responsabilità. Questa doppia missione, dal punto di vista narrativo, viene
ricondotta in maniera classica ma efficace in quello che in ambito
cinematografico è comunemente definito: montaggio parallelo. Due linee
parallele che nel prossimo numero saranno destinate ad incrociarsi, un nodo
questo, da cui prenderà vita l’indirizzo definitivo della storia.
Quale
dimensione predominerà? L’intrigo geo-politico rappresentato dallo
S.H.I.E.L.D., la dimensione etico-morale riferibile agli x-men o
l’inquietudine horror alimentata dalla probabile presenza di un’entità
aliena?
Incubo è una miniserie che al terzo albo (considerando la numerazione
americana) ancora non ha mostrato la sua vera natura, il suo scopo
narrativo, e questo è certamente uno dei suoi punti di forza. Esiste una
perfetta coincidenza tra l’indefinibilità della materia descritta e
l’indeterminatezza di ciò che potrebbe accadere. È
questo un pregio sempre più raro in un fumetto e, ancora una volta, afferma
il sopraffino talento di uno scrittore capace di non tradirsi neanche al
servizio della Marvel. Notevoli le chine di De Castro
nel secondo albo del numero. Si respira un aria inquieta sotto la superficie
di Tunguska, qualcosa sta per accadere.....ma cosa? Bon voyage
super-lettori.
Davide Catallo |