Titolo originale: Låt den rätte komma in |
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Regia: Tomas Alfredson |
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Interpreti: Kåre Hedebrant, Lina Leandersson, Per Ragnar, Henrik Dahl,
Karin Bergquist, Peter Carlberg, Ika Nord, Mikael Rahm, Patrik Rydmark,
Cayetano Ruiz, Pale Olofsson |
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Soggetto e sceneggiatura: John Ajvide Lindqvist, dal suo romanzo
omonimo edito in Italia da Marsilio Editori |
Sceneggiatura: John Ajvide Lindqvist |
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Fotografia: Hoyte Van Hoytema |
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Scenografia: Peter P. Nicolakakos |
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Costumi: Maria Strid |
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Musica: Johan Söderqvist |
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Montaggio: Tomas Alfredson, Daniel Jonsäter |
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Produzione: - |
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Paese: Svezia Anno: 2008 |
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Durata: 114' |
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Distribuzione: Bolero
Film |
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Sito ufficiale:
http://www.lasciamientrare.it/ |
Oskar e Eli sono due
ragazzini emarginati. Uno vittima dei bulli, l’altra della sua natura:
essere una vampira. Oskar vorrebbe sentire urlare di dolore i suoi
aguzzini coetanei, ma è in grado solo di accoltellare un tronco
d’albero. Eli ha dodici anni da un sacco di tempo, ma questo non le
impedisce di giocare col cubo di Rubik o di chiedersi che sapore ha una
caramella.
Blackeberg è una cittadina
svedese del 1982 fatta di due cose: strade ovattate e bicchieri ad alta
gradazione. Il resto è nei riflessi delle finestre da cui Oskar osserva un
paesaggio che custodisce cadaveri sgozzati: rosso sul bianco della neve, rosso
sulla bocca di una bambina che uccide a piedi nudi.
Oskar vorrebbe stare per
sempre nascosto sotto le lenzuola con lei, anche se lei ha i piedi gelati. E
vorrebbe viaggiare con lei lontano, anche se lei è costretta a viaggiare in una
scatola quando c’è il sole. Oskar vorrebbe che lei fosse la sua ragazza, anche
se lei non è una ragazza. Vorrebbe poter dire “che bello…”, invece che
ritagliare articoli di cronaca nera ed essere chiamato maiale dai suoi compagni
di scuola.
Lasciami entrare
da un anno gira i festival raccogliendo premi e consensi. È tratto da un romanzo
di John Ajvide Lindqvist, ex prestigiatore e cabarettista di Stoccolma, edito in
Italia da Marsilio: “La nostra realtà è sottile e fragile. Viviamo le nostre
vite cercando la felicità, ma al tempo stesso sentiamo una vaga sensazione che
tutto ci può essere tolto in qualsiasi momento. Un velo sottilissimo ci separa
dalla caduta, dal mostro, dall’oscurità assordante o dall’amore… l’Ignoto. Cosa
accade quando esso entra nelle nostre vite?” Il suo è un non-horror, fuori dal
recinto classico del genere cinematografico, come uno degli ultimi grandi
non-horror vampireschi, The Addiction di Abel Ferrara, anno 1995.
Documentari espressionisti sulla dipendenza dal male come necessità. Ferrara
riflette usando l’ispirazione filosofica, Lindqvist e il bravissimo regista
Tomas Alfredson preferiscono corde meno cerebrali e più romanticamente
esistenziali. La regia è fatta di campi lunghi e primissimi piani, passaggi di
fuoco rigorosi e rari movimenti di macchina. Un linguaggio asciutto ed
essenziale, dove gli incubi prendono forma con l’alfabeto Morse e il sangue
scorre fuori campo, come nella mente di un dodicenne.
Lasciami entrare
è la richiesta gentile di chi sa che il male è negli angoli bui.
Antonello Schioppa
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