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NELLA VALLE DI ELAH

In the Valley of Elah
Titolo originale: In the Valley of Elah
Regia: Paul Haggis
Interpreti: Tommy Lee Jones, Charlize Theron, James Franco, Susan Sarandon, Josh Brolin, Jonathan Tucker, Jason Patric, Barry Corbin, Wes Chatham, Victor Wolf, Frances Fisher
Soggetto e sceneggiatura: Paul Haggis
Fotografia:  Roger Deakins
Scenografia: Laurence Bennett
Costumi: Lisa Jensen
Musica: Mark Isham
Montaggio:  Jo Francis
Produzione: Blackfriars Bridge Films, Nala Films, Samuels Media, Summit Entertainment
Paese: USA   Anno: 2007
Durata:  121"
Distribuzione:  Mikado
Sito ufficiale: http://wip.warnerbros.com/inthevalleyofelah/

Locandina orribile. Quasi da farti passare l’intenzione di vederlo. Ma poi ti dici che da qualche parte hai letto cose belle. Ripensi a Crash, primo film di Haggis. Ti ricordi? Grandi personaggi e soluzioni un po’ acerbe da esordio alla regia. Ottime trovate e qualche sentimentalismo qua e là. Poi, nel dubbio dell’ultimo istante, richiami le ultime esaltanti prove di Clint Eastwood, di cui questo Haggis è sublime sceneggiatore. Basta citarne una: Million Dollar Baby.

Nella valle di Elah è un film straordinario. Primo: maturità di regia. Secondo: sublime direzione degli attori alle prese con scene difficili. Terzo: Tommy Lee Jones.

Questa è l’ultima wave che non ha paura di incastrare la morte e l’America nello stesso concetto. Vedi le prossime uscite di Robert Redford e Mike Nichols sull’Afghanistan, o in tempi recenti il bellissimo Syriana con Clooney o l’11/09/01 di Sean Penn, forse poco riuscito ma ferocissimo nell’assunto. Dici: com’è che il cinema americano sa affrontare ferite così fresche? Cimino e Coppola col Vietnam trent’anni fa (Il Cacciatore e Apocalypse Now), l’Iraq ora (in arrivo anche Redacted, l’ultima stupefacente prova di Brian De Palma premiata alla Mostra di Venezia). Poi ti viene in mente: è il paese degli opposti. Quello di Biancaneve e Gola profonda, delle conigliette di Playboy e della crisi internazionale della Lewinksy. Dei Kennedy e dei presidenti cow boy. È il paese dove la bandiera sventola nei cortili delle case. È il paese che quella bandiera è però anche capace di rovesciarla. Nell’alfabeto militare significa pericolo. In quello civile è il volto di un paese sottosopra.

Film sull’Iraq, dunque. Ma non solo. Film sul presente. Sugli ingranaggi degli esseri umani. Sull’anima della giustizia. Sulla superficialità e la compassione. Sulla faccenda che l’uomo è costantemente alle prese con questioni troppo grandi. Davide contro Golia nella valle di Elah. Non tutti hanno il coraggio di aspettare l’ultimo istante. Di colpire il mostro. Di vincere la paura.

 

- Mio marito ha affogato il dobermann nella vasca da bagno!

- Non posso farci nulla, signora…

 

- Papà, tirami fuori di qui!

- Sei solo un po’ stressato, figliolo...

 

Visione da sala ammutolita. La morte e l’America nello stesso concetto. Vedetelo da soli. È bello uscire dal cinema, sedersi, e fumare una lunga sigaretta. In silenzio.

 

Antonello Schioppa