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BOOMY CITY Un delirio di Gianni D’Attis

 

BOOMY CITY Un delirio di Gianni D’AttisNON SEI MAI STATO QUI

Questo dice il cartello blu mezzo sbiancato dal sole all’ingresso sud della città.

MAI STATO QUI

In riserva di energia, lo sguardo svaporato dalla menzogna del dormiveglia, ti trascini nella vertigine del finimondo. La testa sempre più pesante, stomaco centrifugato e polvere in bocca. Ecco i pensieri. Folate calde, scenari da Unità di Crisi. Detriti di paranoia mai rastrellati: affascinanti come vecchie dame desiderose di sprofondare nella palude del peccato prima della convocazione all’uffizio delle tenebre.

MAI STATO QUI

   Un cowboy dice sempre la verità e non tradisce mai la fiducia. Il volto altrove, stampato sul manifesto di uno spaghetti-western pieno di comparse reclutate nella campagna romana. Lugubri cirri violacei, campane a morte, l’immagine in primo piano di un attore montata insieme a quelle di un piatto di zuppa, di una bara con dentro una donna e di una bambina che disegna il profilo di Hitchcock sullo scontrino fiscale di un supermarket.

  «Radiotaxi? Un ragazzo veloce a dorso di mulo nero, grazie!»

   Hai la febbre, amigo. Se non sai dare un nome a ciò che vedi, è chiaro che non sai quel che dici.

   Baracche debolmente illuminate spuntano tra cataste di spazzatura. Cartone e lamiera, sterco di vacca e scampoli di tappezzeria marrone. Alberghi da una stanza, spacci di veleni fabbricati in casa, laboratori clandestini pieni di pezzi di ricambio per uomini, cose, animali.

   Vuoi una zampa di riserva per il tuo cane?

   Vuoi le pupille di Bette Davis?

   Ti piacerebbe scoprire qualcosa di più di un elenco di usi, costumi, dogmi?

  «Mai stato qui, tesoro?» chiede Wendy Tre Gambe.

   Pelle bronzea, occhi scuri e caldi e sorriso immortale stampato sul viso: replica sprecata di una bellezza di Rio con sventrapapere innervato da vertebre interne di plastica a vista. Modello semi-lusso, tecnologia locale.

  «Le cicatrici non si vedono quasi», fa.

   Due coni rovesciati. Svasature contrapposte che si allargano e si stringono.

  «Il vento può dare perfette forme geometriche alle nuvole.»

   Sdraiata sul fianco, in attesa, mastica gomma americana, butta giù un sorso di Gostosissima Cola e stabilisce una chiara somiglianza tra te e Gary Cooper in Tamburi Lontani.

   Schegge di intonaco scricchiolano sotto i tuoi piedi. Per le carie, i reumatismi, le visioni cattive provocate dall’abuso di ayahuasca c’è il bravo dottor Colavita, atroce parodia di uno spruzzasborra in camice bianco tutto cervello e naso. Le contese civili si discutono nel cortile della casa di Caifa, davanti al recinto dei maiali. Colavita sostiene che solo i preti e i vigliacchi temono la morte. Truccato da Sergente Kabukiman, NYPD, Caifa passa i pomeriggi con gli amici a stonarsi con birra di banana addizionata con rum discutendo di igiene sociale e di come la vecchia nozione di Bene contro Male non sia altro che una creazione della realtà materiale. Regressione narcisistica. Il marcio sciorinato ai polli. Nuovi rimedi contro l’encefalopatia trasmissibile delle notizie inesatte: rendere sicuri gli snodi delle fogne, armarsi di pazienza e giustiziare in piazza il primo pellegrino che abbia il BOOMY CITY Un delirio di Gianni D’Attisfegato di presentarsi armato di buoni propositi. E subito dopo, sicuro come la merda, smettere di rimuginarci.

   Alcolizzati suppuranti. Vecchi fasci di ossa e nervi con le pupille bruciate dai neon di Las Vegas e da prolungate insufflazioni di efedrina, coramina e protossido d’azoto. Amavano il cielo. Se ne sentivano risucchiare, convinti che dovesse esserci davvero un motivo, un meccanismo da svelare con una modulazione disperata e tragica da sbirri dal volto umano.

PREGATE PER L’AMERICA O LASCIATE L’AMERICA

   Qualcuno è stato addestrato ad usare mitragliatrici da mille colpi al minuto e ha vinto una borsa di studio al college  per assimilare politica estetica del fascismo.

   Il tanfo dei negri. La fistola comunista. I pidocchi dei capelloni. Eddie Murphy colto in flagrante dalla polizia di Los Angeles mentre caricava in macchina un travestito.

PAGATE PER L’AMERICA O LASCIATE L’AMERICA

  «Radiotaxi? Portatemi fuori da questo sogno del cazzo!»

Wendy Tre Gambe muove il culo stretto in un vestito giallo limone e sfodera il machete.

   Leggera. Rapida come un serpente, la zarina della bidonville.

  «Quello sguardo che hai adesso significa qualcosa, lo so. Perché tu sei un vero cowboy», dice ormai persa in un mondo umido due galassie più in là.

  «Tu sei Gary Cooper che spara ai mostri con la sua grossa Colt e viene a salvarmi dalla croce nel giorno in cui la ruggine diventa oro.»

MAI STATO QUI

   Gli occhi si coprono di polvere smossa dai piedi di chi entra.

MAI STATO QUI

   Benvenuto in mia casa, straniero.