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GIAMBATTISTA SCHIEPPATI: Spaperopoli (Valter Casini Editore, pp.170, € 16,00)

 

GIAMBATTISTA SCHIEPPATI: Spaperopoli

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L’immaginario dell’autore è positivamente frastornato da una infanzia irrisolta, irripetibile, da una armonia che non consente repliche perché siamo condannati a diventare adulti dall’incantesimo di qualche strega stronza. Quel bambino felice lisergicamente calato nelle avventure dei rassicuranti personaggi Disneyani è definitivamente deluso e ferito quando in età avanzata decide di riutilizzare quegli strumenti candidi che lo hanno preso per mano quando era fesso e piccino per dare vita a questo romanzo. Che candido non è…

   La Disney non è entusiasta, naturalmente, i suoi personaggetti sono preservati da un Copyright intransigente e perbenista e le tematiche di Schieppati percorrono territori poco fiabeschi…  

Insomma non possiamo usare il diminutivo di papero con la P maiuscola senza rendere conto a questi costruttori di sogni corrotti e inquinati dal sapore di zucchero filato che dà la nausea. E non possiamo insinuare logiche laterali al totale rincoglionimento zuccheroso.

   Si rendono quindi necessari escamotages (Paperopoli diventa Spaperopoli, Nonna Papera, Papernonna, etc., etc.) che paradossalmente rafforzano la carica traumatica di queste pagine.

   Spaperino vive nel bagno di una stazione, un bagno pubblico è quanto di peggio, di per sé intimità violata, non vogliamo nemmeno alzare gli occhi allo specchio mentre ci laviamo le mani, entrare in osmosi casuale con le altrui esigenze fisiologiche e vorremmo davvero entrare nel romanzo per salvare il nostro Spaperino, personaggio tenerissimo che mantiene immacolata la propria pulizia interiore nonostante la terribile umanità di orribili Gastoni che attraversa il suo territorio.

   Ogni capitoletto pare avere vita propria, salvo poi accorgerci che le parti scomposte prendono forma coerente, implodono questi quadretti colorati e/o grigi merda, sprofondano, diventano altro, la materia ci cambia tra le mani, è una scrittura che ci altera le percezioni, e ci lascia lì stregati come davanti a un imbroglione che ci ipnotizza e ci fotte i soldi al cambio nero.
   Scava Schieppati, ma non fa polvere, è scrittura pulita, nessuna espressione usata è sostituibile/migliorabile. Esatta come la fottuta matematica. Eppure come detto ci altera, pare davvero che l'abbiamo messa sotto la lingua anche noi una cialdina impregnata di Spap, l’allucinogeno in cui è imprigionato il nostro pennuto eroe. È questa la netta sensazione in fondo al libro. Poi l'ospedale ci riporta in superficie, ma chiamalo Happy End Disneyano... chissà se troveremo la porta per tornare alla realtà... chissà quale è la parte lisergica e quella buona (buona...).
   E SE VA NELLE MANI DI UN BAMBINO? inveì la vecchia ingio/jellata alla presentazione di Spaperopoli e di altri Manuali del Disagio in quella serata gelida di luglio ai bordi della broda adriatica immonda che inquina animi e i cervelli, lei più incline, chessò... al Ricciolo Baricco o alla Melissa Implume Tra Le Gambette, mica a quattro semisconosciuti per niente facili, per niente pacificati, a tratti incattiviti e sporchi.

Lei che il nipote probabilmente lo lascia nelle mani salde di Mediaset a imbiondire i pomeriggi...

   Spaperopoli libro di testo per le scuole medie del Merdoso Regno Italico.

 

Saverio Fattori