CARLO MASI: That’s America (Cooper & Castelvecchi, pp.308 € 10,00) |
So cosa ci vuole per voi curiosoni. So che vi piacciono le cose eccentriche anche (o specialmente?) quando qualcuno vi ricorda che ogni tanto leggere un libro non fa male, anzi! La roba weird. Lo spettacolo bizzarro. Il grottesco, l’ultradeviante, il burlesque…chiamatelo come volete ma ci siamo capiti: per voi è un richiamo, una calamita, una tromba che squilla l’alzabandiera. Adam Parfrey è stato il vostro Caronte. Monte Cazazza, Francis King e Anton LaVey li avete studiati alle elementari e Russ Meyer è il maestro che vi ha indicato la strada per la fertile valle delle bambolone sciroccate. Ma non basta. L’inquietante non è mai troppo e allora ecco cosa ho trovato in libreria: un bel volumetto fresco di stampa scritto da Carlo Masi, già autore di Cattivo gusto. Entropie di fine millennio (AAA Edizioni, 1998) e – secondo le scarse note biografiche che ho trovato sul web – "studioso di estetica delle sottoculture e dei fenomeni di consumo contemporanei, svolge la sua attività tra Venezia e Los Angeles." Cosa c’è dentro That’s America? Beh, vengo subito al sodo: il titolo rivela già tutto (non l’altra faccia degli U.S.A. ma proprio l’essenza della terra di George W. Bush); il sottotitolo è Musei dell’impossibile, cibi assurdi e altre follie a stelle e strisce e in effetti qui si parla di gallerie singolari (delle mestruazioni, dei cessi, della carta igienica, delle tettone, dei contenitori di bibite gasate, delle arti anonime, dei vibratori, etc.), poi di riti masturbatori generati dalla visione di corpi cosparsi di (cito testualmente) "Qualsiasi tipo di liquame e di immondizia: dall’acqua sporca al fango, dalle minestre alle uova marce, dalla frutta alle torte, dal gelato agli scarti degli alimenti, sino alle secchiate di vernice o di colla." E di programmi televisivi come Sex and the City, Miami Vice o The Jerry Springer Show, noto per aver contribuito al lancio internazionale di Annabel Chong, ovvero Miss "Sono stata a letto con 251 uomini in 10 ore". E, ancora, del (per me) glorioso Frederick’s of Hollywood, il tempio/negozio/museo che Frederick Millenger ha eretto in onore della biancheria intima dei nostri sogni (www.fredericks.com); del signor Dale Power che in Pennsylvania ha impiantato il gradevole business della ‘bara fai da tè e di cristiani favorevoli alla clonazione di Gesù, predicatori che hanno adottato strani modi di diffondere il messaggio di Dio, seguaci del culto di Lady Diana, ragazzine che "farebbero di tutto per trasformare il loro volto, magari carino, in un mostruoso e magari irriconoscibile viso alieno".Quelli che partecipano alle feste organizzate dal DPF, acronimo che sta per Diaper Pail Friends: adulti con pannolone e dito in bocca che, alla fine di una dura giornata in ufficio, si ritrovano tutti insieme (allegramente) a gattonare come bebé. La S&D Co. "rinomata società di sondaggi estremi" che conduce interviste tipo: "scopereste con vostro padre, vostra madre, vostro fratello e/o vostra sorella?" Roger Shepard, Larry Fuente, Beth Warner: gente strana. Maxell Dogs: il posto perfetto per fare un regalo di compleanno al vostro cane. La poco spensierata Hollywood Forever LifeStories Co. di Los Angeles (www.hollywoodforever.com), collegata all’Hollywood Memorial Park Cemetery. La follia a portata di mano (o di carta di credito). La vera, impareggiabile America, il modo in cui essa si mostra per la maggior parte degli americani, più che per il turista di passaggio, è raccontata qui attraverso capitoli brevissimi che pescano nel torbido, nel barocco, in ciò che si annida intorno al barbecue del più "grande paese del mondo", tra le macerie della daydream nation (ex World Trade Center). Volete una Real Doll o le sorelline Paris e Nicky Hilton? Volete una gustosa torta della "Cake Lady" o gradireste consultare il menu del Blue Fin al W Hotel di Times Square? Vi interessano nomi, cose, città, slip, presidenti, senatori, attrazioni politicamente scorrette, leggende metropolitane che sbucano da qualche fogna per soddisfare il vostro bisogno di sentirvi contaminati dal voyeurismo di massa o (almeno un po’ più) americanizzati? È un azzardo: prima di trasformarvi in "tunnel & bridge people", prima di lasciarvi andare al Maialino Sam che è in voi (magari reduci da Halloween, una festa che - giuro - NON VI APPARTIENE), tuffatevi in questa ottima, serissima lettura. Da accompagnare con un disco come Now I got worry della Jon Spencer Blues Explosion sparato a volume disumano.
Nise No |
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