Prima stesura: a mano di getto, nella notte tra il 18 e il
19 marzo 2001
Seconda stesura (finale, al calcolatore):
22 luglio 2001, pomeriggio
Vi racconterò finché è possibile farlo, amici miei, quel che è successo,
ed è molto semplice: d’improvviso nel mondo si è creato un vuoto.
Più precisamente, dalla sera al mattino, d’ogni cosa, vita e concetto è
sparita una parte.
L’evento è stato piuttosto drammatico, potete capire, per la maggior
parte della popolazione umana e per molti di noi è risultato fatale: c’è
chi si è scoperto senza genitori, senza figli o senza la propria
abitazione e, quel che è peggio, c’è anche chi si è ritrovato tutto d’un
tratto senza il fegato, il cuore o il sangue nelle vene.
I più fortunati hanno perduto solo una parola dal proprio vocabolario,
oppure un bottone della giacca, il vizio del gioco o il più acerrimo
nemico, ma si è trattato di pochi, pochissimi casi. Per la maggior parte
di noi uomini coscienti, da un punto di vista ragionevole che vi
assicuro in tali frangenti è assai difficile mantener saldo, si è
trattato di una perdita piuttosto che di un guadagno poiché si sa, ogni
parte in ogni cosa è piuttosto necessaria.
Una commissione d’inchiesta tra scienziati, forze dell’ordine e uomini
illustri della nostra società è stata composta in fretta e furia per
discernere l’accaduto tra mille difficoltà ed impedimenti, capirete.
Pare inoltre, da alcune fonti non confermate giù in città che esistano
alcuni individui del tutto risparmiati da questo disastro e la
commissione è al lavoro per ritrovare ed identificare queste persone, ma
di esse, oltretutto, si è persa ogni traccia.
Altri terribili allarmi riguardano ponti, strade e palazzi, o intere
città sparite. La situazione è ancora confusa, poiché molte linee di
comunicazione sono state interrotte e non v’è modo di ricostituire con
velocità sufficiente i collegamenti con questi luoghi, oltretutto perché
non si verifichino ulteriori disastri di conseguenza, come quelli
causati dall’isolamento.
Sapete, io sono solo in questo paesino, dove mi sono trasferito da
qualche anno per ragioni di lavoro e non possiedo alcun parente. Ma ciò
non mi impedisce di temere e soffrire per l’accaduto. Stanotte
sicuramente il mio sonno sarà inquieto poiché il destino di noi tutti è
ancor più caro a chi ne possiede uno misero e solitario come il
sottoscritto.
Proprio ieri a tarda notte, mentre mi accingevo a scrivere le prime
pagine di questo piccolo diario mi sono ritrovato improvvisamente senza
l’inchiostro, nonostante ne avessi acquistato all’emporio la scorsa
settimana una boccetta nuova e sigillata.
Sulle prime, sapete, non avevo dato troppo peso al curioso fenomeno. Ma
il mattino seguente, alle prime luci dell’alba, col putiferio che crebbe
rapidamente nel paese ebbi subito la sensazione che i due accadimenti
fossero in qualche modo collegati ed ora, dopo una giornata assurda e
disperata a rincorrere notizie e voci giù in strada e nella piazza dove
tutti erano accorsi per scambiarsi concitati le terribili novità, posso
sicuramente affermare che quella mancanza era evidentemente frutto del
fenomeno misterioso che vi sto descrivendo.
Dalla città discesi i monti di quassù, poi, giungono racconti
particolarmente strazianti come quello di una giovane madre incinta col
bimbo ben formato e pronta per partorire che pare si sia svegliata
questa mattina proprio senza il suo prezioso fardello. Ciò mi fa
supporre che possa trattarsi di una qualche sorta di contrappasso da
pagar per la troppa passione, il troppo amore che dedichiamo alle cose o
ai fenomeni della nostra vita o alla nostra stessa figura, ma sono solo
mie personali, vane supposizioni cui non dovete dar troppo conto.
Inoltre in questi passaparola la gente ama esagerare le notizie oppure
fatalmente travisa ciò che non conosce appieno, specialmente in
frangenti drammatici come questi, e nonostante sia fuor d’ogni dubbio la
terribile condizione in cui tutti noi oggi versiamo.
*****
Perdonate il disordine dell’esposizione ma temo che si tratti
dell’agitazione e dell’angoscia che mi pervadono senza posa. Poco
sappiamo e nulla possiam capire di ciò che veniamo a sapere riguardo
questo vuoto improvviso e giungono anche qui in casa dai miei vicini
notizie di minuto in minuto, spesso contrastanti. Mi preme infatti
aggiungere altre nuove, di fatto apprese pochi minuti fa. Pare che molte
famiglie siano allo sfascio, che la gente scappi per ogni dove alla
ricerca dei propri parenti e amici e che il governo abbia subito la
perdita di ministri e nomi illustri e di un gran numero di loro
sottoposti, e stesso valsi a dire per le altre istituzioni, senza
calcolare le ingenti perdite di cartelle, documenti, volumi ed intere
sezioni d’archivio di uffici e biblioteche pubbliche e private giù in
città. Un disastro più grande del previsto, quindi, che ci ha colpiti a
pioggia e, per ora, senza ragion tangibile alcuna.
Io, in fede, non riesco a creder d’esser stato così fortunato da perder
solo poche once d’inchiostro. Deve esserci dell’altro e questa, credo,
sia la somma angoscia di tutti noi, ovvero di non sapere esattamente che
cosa si è perduto. Ebbene sì amici non possediamo nemmeno questa
sicurezza! Senza contar che il fatto, proprio come un terremoto, possa
verificarsi di nuovo!
Ma ora basta, cerchiamo d’essere tranquilli e di non perdere la testa.
Noi uomini abbiam subìto danni ben peggiori nella nostra millenaria
civiltà e son ben certo sapremo sopravvivere. Par tuttavia ci siano seri
problemi per la maggior parte dei nuovi sistemi con cui procediamo al
lavoro delle sementi, dei cibi e dei tessuti, nonché per i mezzi di
trasporto più moderni. Mi dicevano poc'anzi che in effetti tali
marchingegni non possono da sè rigenerarsi come la vegetazione e la
fauna, anch’esse duramente colpite, e molti schemi di costruzione sono
andati irrimediabilmente perduti.
Buon Dio, che si ritorni forzatamente ai nostri primordi?
Spero di poter scrivere ancora domani sull’accaduto amici, e che questa
mia piccola, insignificante, maldestra cronaca possa rivelarsi di
qualche utilità per le generazioni future se dovessimo, certo non vorrei
dirlo, soccombere tutti a causa di questo gigantesco, inspiegabile male.
Per ora,
Addio.
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