Paolo Rumiz Tre uomini in bicicletta |
Vignette di Francesco Altan Note tecniche di Emilio Rigatti Feltrinelli Editore, Aprile 2002 (Euro 9,00)
Tre bici, tre cinquantenni, la Grande Diagonale del Bosforo. Un trio di amici mai cresciuti affrontano 2000 chilometri in diciotto tappe, “alla portata di chiunque sia sano di corpo e di mente. Il senso vero è stato l’immenso, infantile, primordiale divertimento”. Da Trieste giù fino ad Istanbul, attraverso i Balcani, verso l’Oriente, dentro l’“Est” (una parola secca che suona “ come un marchio, un timbro extracomunitario che respinge, notifica i nostri vuoti mentali e i nostri pregiudizi”). Un libro che è un diario di bordo (di una romantica esperienza) firmato da Paolo Rumiz, di professione inviato de La Repubblica, già autore nelle librerie con La secessione leggera (2001), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993), Vento di terra (1994), Europa (1990) e Danubio. Storie di una nuova Europa (1990). A cavallo di una “Haro estreme” color rosa confetto il giornalista guida la galoppata sicura e silenziosa di Francesco Altan ed Emilio Rigatti, rispettivamente vignettista (padre del metalmeccanico vetero-comunista Cipputi e della cagna a puà Pimpa) ed insegnante. Un viaggio datato Luglio 2001, pubblicato tappa dopo tappa su La Repubblica nell’Agosto dello stesso anno. Nella versione libro edito da Feltrinelli tale bricolage di sensazioni e flash di viaggio si comprimono in una vera e propria guida per avventurieri ciclisti on the road: numerosissimi i consigli di percorso, le condizioni e la percorribilità delle strade, l’accoglienza e la qualità delle locande, e dettagliati e minuziosi sono i tempi di percorrenza grazie alle note tecniche di Rigatti e l’innesto di mappe topografiche del percorso seguito (quasi a rendere più concreta e tangibile questa rincorsa dell’Aurora). Piacevole e riuscita (è questa forse la testimonianza più incisiva) è l’integrazione delle istantanee umoristiche del disegnatore Altan, magnifici contrappunti all’interno della prosa di Rumiz.Un esperimento decisamente vincente nella sua semplicità, di rapida lettura, che riesce a testimoniare la natura giocosa e infantile dei tre intrepidi pedalatori, amanti del viaggio e delle due ruote, dell’avventura e dell’essenza, veri archeologi dello stupore infantile e ferrei pirati in calzoncini di una saggia ideologia: “Addio Occidente, ristorantini, strade liscie, mousse au chocolat. Si va ad Oriente, da dove la gente scappa. Alla faccia di Bossi e del piscio di porco, di Berlusconi e dei manganelli genovesi, noi cerchiamo la feccia d’Europa. Bulgari, zingari, serbi, popoli delle polverosi latitudini extracomunitarie. E ci chiediamo se usare così la nostra bici non sia un atto anarchico, antiglobale.”
Antonello Schioppa |
|