ELMORE LEONARD: Mr Paradise (Einaudi, pp. 236, € 14,50; traduzione di Wu Ming 1) |
La bionda che si affaccia dalla decappottabile nella foto scelta per la copertina potrebbe tranquillamente appartenere allo squadrone delle Vivid Girls o frequentare le pagine patinate del catalogo Victoria’s Secret. Di sicuro non passa inosservata: il tipo di ragazza che obbedisce al vecchio motto «Search & Destroy» e che al momento è qui per comunicarci che c’è un nuovo romanzo di Elmore Leonard in circolazione, ed è stratosferico! Nessun mistero su come Mr Paradise abbia fatto a stazionare per 13 settimane di fila nella top ten dei libri più venduti d’America: gli ingredienti per inchiodare il lettore ci sono tutti, lo chef è in forma smagliante e non ha dimenticato strada facendo il segreto per distribuirli una frase dopo l’altra. Tishomingo blues era un capolavoro? Lo avete regalato o consigliato a fiumane di amici? State aspettando il film (ancora in cantiere) con Don Cheadle prodotto da Steven Soderbergh? Beh, la buona notizia è che lo zio Elmore «Dutch» Leonard non ha deciso di dormire sugli allori. Lavora sempre «per cinque pagine e otto ore al giorno» divertendosi un casino (il prossimo libro, ambientato nell’Oklahoma degli anni ’30 sarà The Hot Kid). 80 anni suonati e, giusto per dirne una, conosce l’hip-hop meglio del vostro fratellino minore. Può permettersi di usarlo come soundtrack del romanzo e scendere nei dettagli, spaccare il capello quando si tratta di dar voce al ventenne Jerome Juwan Jackson, aka 3-J, piccolo spacciatore di erba. Il modo di parlare, il look (“porta capi Tommy Hilfiger, bragoni che penzolano dal culo”) diversi dal modo di vestire e parlare degli altri personaggi del romanzo: Chloe, la squillo da novecento bigliettoni l’ora e la sua amica Kelly, testimone chiave di un duplice delitto; Montez l’elegantone stupido che viene dalla strada; Lloyd, maggiordomo ed ex rapinatore che tiene una lista mentale dei criminali più idioti conosciuti in tutta la sua vita; Frank Delsa, sbirro vedovo della Squadra Omicidi di Detroit; Art e Carl, i due irresistibili killers prezzolati e balordi che bevono tequila e Corona...giù fino all’ultimo dei comprimari, magari quel John Tintinalli che ha fatto fortuna vendendo sperma di toro, oppure la cameriera Emily, collezionista di autografi di celebrità. Il plot? Esplosivo. “Ogni romanzo di Leonard è plurale, tante storie che s’intrecciano e si strecciano” nota Wu Ming 1 nella postfazione. Plurale e pieno di links che arrivano al lettore in maniera quasi impercettibile, senza turbare lo scorrere di una crime story armata di Sig Sauer e Glock 40. Tutto ha inizio quando Anthony Paradiso, ricchissimo avvocato in pensione, organizza una seratina piccante con Chloe e Kelly vestite da ragazze pon-pon: “In piedi di fianco alla Tv, io da una parte e tu dall’altra, mentre lui guarda una partita di football dell’Università del Michigan, una cassetta. Ne avrà almeno cento, solo partite che la Michigan ha vinto.” Gonnellini a sbuffo blu e ocra, coretti, passi di danza e carne fresca da palpare. Perché Mr Paradise è un drittone vecchio stampo che ama trattarsi bene. E perché può permetterselo, si capisce. Sfortunatamente, la seratina sfocia in un bagno di sangue che a sua volta innesca una raffica di menzogne. Questo è solo l’avvio, dicevo (che Leonard sarebbe, altrimenti?). La Squadra Omicidi si ritrova contemporaneamente a indagare su un triplice omicidio commesso in una villetta bifamiliare dalle parti del Tiger Stadium: tre «gay caballeros» “Spogliati nudi e colpo alla nuca, tutti e tre. Ma uno di loro era a fette e aveva accanto una sega elettrica, un po’ bruciata ma nuova di pacca, c’era pure lo scatolone.” Musica: Eminem, Bustah Rhymes, Lil’ Kim, i Dirt Bombs, “Iggy al Palace, con gli Stooges appena riformati”. Dialoghi: – E la gonna? - Era già così, come se qualcuno l’avesse alzata per vederle la topa. I ragazzi del Settimo hanno fatto dei commenti, non capita spesso di vedere una con un cespuglio come questo, di solito se lo radono tipo baffetto di Hitler. Se state pensando a Mr Paradise come al film che Quentin Tarantino dovrebbe assolutamente realizzare in questo momento (lasciando allo scrittore la supervisione negatagli ai tempi di Jackie Brown) probabilmente avete ragione. Lui o i fratelli Coen, chi altri ad Hollywood? Se state aspettando che mi metta a raccontarvi il resto della trama, cliccate su un’altra pagina (magari qui) perché state sprecando tempo. La gnocca in copertina finisce di controllarsi il rossetto nel retrovisore, alza lo sguardo e dice che è decisamente ora di fiondarsi in libreria, poi al cinema per vedere Be Cool con Travolta, DeVito e Uma Thurman. Elmore Leonard Superstar!!!
Nino G. D’Attis |