VALERIO EVANGELISTI: Noi saremo tutto (Mondadori, pp. 430, € 15,50) |
Eddie Florio: ecco
un personaggio che non sfigurerebbe tra i
Inventato dal vero: “Un Eddie Florio esistette veramente” assicura l’autore, “fu organizzatore dell’ILA a Hoboken, appartenne ai vertici del sindacato e, unico fra gli indagati, fu arrestato a seguito dell’inchiesta della Commissione Spruille Braden nel 1953. Dopo che ebbe scontato la prigionia, se ne persero le tracce.” Come l’inquisitore Nicolas Eymerich, viene da pensare. Stavolta però niente stregonerie, attacchi psichici, foreste inestricabili. Qui si parla di altri demoni (in completo grigio e cappello bianco a tese larghe), di altre discese all’inferno.
Benché annunciato da
tempo come un’opera diversa da quelle legate ai cicli di Eymerich e del
Metallo, Noi saremo tutto è un libro che chiede al lettore (in primis
ai fans dello scrittore bolognese) un impegno non da poco. Non si tratta
semplicemente di registrare l’assenza di un protagonista in grado di far
scattare un pur labile meccanismo di immedesimazione, né di fare i conti con
la vasta mole di materiale documentario “pesante” riassunta nell’appendice
bibliografica. C’è una ripetuta sospensione dell’attimo (l’action) che viene
a sottrarsi sistematicamente ai canoni di tutti i generi finora esplorati da
un autore che fin dai suoi primi passi nella narrativa, nel 1994, ha parlato
soprattutto della Storia umana attraverso i secoli. Se
Antracite
(2003) era un western ambientato tra gli scioperi minerari del 1877,
Noi saremo tutto è il noir sprovvisto di detectives, donne fatali,
delinquenti in qualche modo romantici. Tale rinuncia non è un difetto,
poiché la tensione non viene mai meno, assistita da un’ormai rodatissima
padronanza del ritmo. In tutta la prima parte del romanzo, gli omicidi, le
atrocità che Eddie Florio compie o aiuta a
compiere risultano fuori campo, eppure le pagine scorrono, il lettore entra
(non senza sconcerto) nella vile esistenza di un essere gretto, ambizioso,
incapace di provare sentimenti umani. La violenza esplode per gradi, man
mano che Florio si prodiga a servire i burattinai che sfruttano i bisogni
primari della working class. Deflagra quando negli anni Quaranta, quest’uomo
senza volto arriva ai ritagliarsi una
Altri crimini. Altre occasioni. Dutch Schultz l’ebreo è morto, Albert Anastasia è sulla cresta dell’onda, il senatore Joseph McCarthy sta affilando le armi. In seconde nozze, Florio ha preso in moglie Lucy Flegenheimer, sorella di Dutch, ex militante rossa passata alla lotta anticomunista dopo i cambi di tattica del partito di Earl Browder all’indomani del patto Ribbentrop-Molotov. Le donne: ecco il grande problema di Eddie il trasformista. Può sfruttarle, frustarle a sangue sul culo, ucciderle: c’è sempre un “ma” a tormentarlo. Più vorrebbe avvilirle nell’anima, oltre che nel corpo, più il suo conflitto con la sfera del femminile aumenta pericolosamente. E intanto invecchia, gli passano accanto molti altri personaggi della Storia, arriva agli anni Cinquanta dei comunisti alla sbarra dell’american dream, si avvicina all’epilogo privato, all’ultima porzione di un libro ellroyano nell’anima, non nello stile. Dell’Ellroy storico di un’America assediata dai vermi. Più giusto dire di un Valerio Evangelisti in forma eccellente.
Nino G. D’Attis |
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