WU MING 2: Guerra agli umani (Einaudi, pp. 322, € 14,50) (Leggi l'intervista a Wu Ming 2) |
Marco «Walden» è uno che ne ha abbastanza. Pensa all’insubordinazione, all’irreperibilità prima dell’irreparabile e sa che riflettere su questo punto cruciale è già muoversi, deterritorializzarsi, disintossicarsi dal sistema antropocentrico, dai limiti imposti dall’eccesso, abbracciare una concezione diversa di tempo, spazio, economia. Ha letto Henry David Thoreau (dal libro più famoso del pensatore, Walden o la vita nei boschi, deriva il soprannome del nostro). È pacifista, nonviolento, convinto che si possa vivere bene anche a debita distanza dal superfluo. Ha il suo carico di dubbi, come ogni supereroe che si rispetti, ma il tempo di rileggere un’ultima volta il messaggio lasciato alla sorella, modificare l’annuncio sulla segreteria telefonica («L’utente da lei desiderato è definitivamente assente. La invitiamo a non riprovare mai più») ed eccolo fuori, verso un’avventura iniziatica che, tanto per cominciare, gli rivelerà che i boschi sono solo un po’ meno affollati delle città.Gente strana: nelle pagine di Guerra agli umani, gli svitati abbondano come ne Il Grande Lebowski dei fratelli Coen o in Snatch di Guy Ritchie. Canaglie, gladiatori, bracconieri, esaltati e quant’altro. Perfino un maresciallo dei carabinieri che via Internet ha fondato un gruppo di sopravvivenza chiamato i «Duri a Morire». E Gaia Beltrame, single, barista (in un locale in cui "SI FA CREDITO A CHI LEGGE"), rabdomante in cerca di Charles Bronson, un sanbernardo pazzo per i Doors svanito nel nulla. E Disma, il ‘buon’ ladrone pericoloso bandito della Giudea inchiodato come Cristo mani e piedi alla croce, che della civiltà troglodita prossima ventura è il santo patrono proprio perché "Cristo ha portato in Paradiso un malfattore. Tra l’altro, non era nemmeno pentito".Tanti personaggi, tante storie, una menzione speciale per il cameo del vecchio McGuffin Electric modello Deluxe, progenitore dei moderni televisori, già al centro di 54. Il primo romanzo ‘solista’ di Giovanni Cattabriga, aka Wu Ming 2 non sfugge in questo alla filosofia del gruppo madre, presentandoci un coro di personaggi (più varie comparse) che si muove in una cornice comica e brutale al tempo stesso, formidabile sporade di cose da dire divertendo il lettore (c’è spazio addirittura per un bislacco pseudobiblia di fantascienza scritto da tal Emerson Krott). Se il comico affiora sovente da un cumulo di visioni paranoiche (gli ecoterroristi, Il Marcio cocainomane, gli pseudo-satanisti), le parti più dure sono quelle che riguardano le violenze inflitte agli animali: tra battute di caccia, combattimenti clandestini tra uomini e cani c’è poco da ridere e molta ferocia su cui riflettere. Gli umani fanno schifo e sono candidati alla fine (morale, prima ancora che fisica), nel loro considerare la violenza come puro intrattenimento. A salvarci verrà lui, Marco «Walden», supereroe che si è rotto i coglioni e che ascolta Coltrane, i Lali Puna, i Motorpsycho, i Melt Banana. Uno che dice: "Sono qui per essere felice, non per sopravvivere. Per diventare migliore, non per conservarmi come un surgelato". E: "L’Uomo Nuovo è come un seme in una discarica. Fiorirà nell’immondizia o non fiorirà affatto". Uno che somiglia a molti di noi, per questo è simpatico.
Nino G. D’Attis
sul web: Sito ufficiale dei Wu Ming |
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