ISHMAEL REED: Mumbo Jumbo (Shake Edizioni, pp. 230, € 13,00; traduzione di Anne Meservey – cura e revisione della traduzione di Cristina Saffiotti) |
Il Jes Grew è un’epidemia psichica apparsa per la prima volta negli Stati Uniti nel 1890 e tornata a colpire negli anni ’20 del Novecento, in quella che è conosciuta anche come l’Età del jazz. Il Jes Grew non perdona e fa paura ai bianchi, mette strizza ai padroni dell’America che ne intuiscono la portata sovversiva: un virus che fa ballare la gente, rende disinibiti, facilita la socializzazione non può che essere maledettamente pericoloso ( "Non capisci che se questo Jes Grew diventa un’epidemia significherà la fine della Civiltà Come Noi la Conosciamo?"). Versando in uno "stato di agitazione incontrollabile", la gente fa "cose stupide e sensuali" e quando qualcuno prova a descrivere i sintomi ai medici che cercano di controllare la situazione, il risultato è a dir poco bislacco: "Diceva che si sentiva di poter ballare su una monetina da dieci centesimi".Ma non finisce qui: ci sono marines inviati ad invadere Haiti con la solita scusa: "portare la stabilità"; androidi in calzamaglia verde menta, cavalieri teutonici, templari, il Libro egiziano di Thoth, l’astrodetective Papà LaBas (protagonista di altre due storie di Reed e convinto assertore della necessità di riannodare i fili tra gli afroamericani e la loro cultura), il gumbo e il vudù e poi... Se dico che
Mumbo Jumbo è fatto di parole e immagini
Considero questo
romanzo la lettura più importante nella quale mi sia imbattuto negli ultimi
tempi. Una felicissima scoperta, anzitutto. Reed, nato nel 1938 a
Chattanooga, Tennessee e cresciuto a Buffalo, città nella quale mosse i
primi passi come critico jazz per il settimanale Empire State, ha pubblicato
nove romanzi (il primo è The Freelance pallbearers, apparso nel 1967)
più diversi saggi, poesie, canzoni, testi per il teatro e per la televisione
(Personal problems, 1981).
Spero che la Shake abbia in animo di tradurre l’opera omnia di questa potente voce della cultura afroamericana, scrittore definito da Max Roach "The Charlie Parker of American fiction" ma che non trovo del tutto fuori luogo paragonare a Sun Ra. Il consiglio è di provare a leggere Mumbo Jumbo con Space is the place in sottofondo. (S.B.) |
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