GEORG KLEIN: Libidissi (Marsilio, pp. 188, € 12,50; traduzione di Robin Benatti) |
Io=Spaik
aspettavo da mesi l’uscita di Libidissi, romanzo
Fanta-noir? A sufficienza. E puzza di osceno, di traffici e cospirazioni narrate con un montaggio cinematografico, scandite da dissolvenze che rivelano squarci di paranoia pura. Anche qui lo scenario è quello di un’Interzona sfuggente e cosmopolita come la marocchina Tangeri che prima di Burroughs aveva visto soggiornare Matisse e Twain, poi i coniugi Paul e Jane Bowles. Libidissi è il porto franco in cui il personaggio Io=Spaik, agente segreto tedesco, nel nono anniversario della morte del Grande Gahis aspetta il cambio della guardia, il sostituto inviato dall’Ufficio Centrale. Sono trascorsi molti anni dal suo insediamento nella città mediorientale: Io=Spaik è cambiato nell’aspetto e anche dentro. Il corpo cerca di difendersi dal misterioso Morbo Fiacco. Ha sviluppato un’acuta dipendenza dalla cola di suleika, schifoso intruglio che si ottiene dal latte di giumenta fatto fermentare attraverso i batteri prodotti dagli intestini dei vitelli macellati, ma anche dalle pillole multicolori che Io=Spaik si procura nell’ambulatorio di Doc Zinally, americano in esilio che si vanta di studiare le razze umane ( "e se qualcuno vuole avvalersi della sua arte medica, deve sorbirsi le tirate sulla superiorità del tal popolo o l’inferiorità del talaltro gruppo etnico").Il sostituto non
arriva. L’Ufficio Centrale ha deciso di spedire sul posto due agenti
Giunto come un lampo a pagina 188 (il romanzo finisce a pag.181 ma non si può, non si deve saltare l’interessante nota del traduttore), Io=Spaik, sto già aspettando con viva curiosità l’edizione italiana di Barbar Rosa, opera seconda di Georg Klein, nato nel 1953 ad Augsburg, vincitore nel 2000 del premio Ingeborg Bachmann. Ho appena scoperto un altro fuorilegge della scrittura e accidenti se ne valeva la pena! (N.G.D’A.) |
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