Gran
parte dell’(ipo)intellighenzia stipendiata per recensire prodotti musicali
ha snobbato il superbo Never never land, disco numero due degli
U.N.K.L.E. uscito negli ultimi mesi del 2003. Grave errore, ma, come tutti
sanno, non si può certo insegnare ai somari ad apprezzare il lavoro di
artisti del calibro di James Lavelle. Che importa? Tra un remix e l’altro,
il nostro uomo si diverte a girare il mondo al fine di far muovere le gambe
e provocare brividi da montagne russe con le sue mirabilanti selezioni. Ieri
a Roma, domani a Barcellona e poi...chissà. In Romania, per esempio: il
conte Dracula, Ceausescu, Casa Poporului, i traffici illegali, le fighe
interstellari che si vedono nei porno...
Il doppio Romania #026
viene fuori da un party organizzato al celebre Studio Martin di Bucarest
nel dicembre scorso dalla Global Underground e offre un’utile
chiave di lettura del Lavelle-pensiero: lo scibile dei suoni della club
culture in versione psycho-rockeggiante, come si arguisce dall’apertura
affidata alla U.N.K.L.E. reconstruction di No one knows dei Queens Of
The Stone Age e alla album version di In a state con il socio in
affari Richard File al microfono. Sono proprio gli U.N.K.L.E. a
spadroneggiare nell’intera raccolta con sei brani su ventisei (vertice
assoluto: Reign, con la voce di Ian Brown che nuota nel gran beat di
GDMFSOB di DJ Shadow, prima di cedere il posto a Ju-Ju di Meat
Katie & Elite Force). C’è spazio per la house iperfertilizzata e tellurica
di Santos (all’anagrafe Sante Pucello) nelle mani di Evil 9 e per la techno
(ultra)minimale di Richie Hawtin aka Plastikman, cui spetta l’onore di
aprire il secondo cd (sottotitolo: “The Beast”) con Ask yourself.
Roba da bestie (in senso
buono!): funky grooves fluorescenti, estatici bagni sonori deep, rintocchi
chimici (ho provato qualcosa di molto simile a un orgasmo multiplo
ascoltando Golden path dei Chemical Brothers featuring The Flaming
Lips remixata da Ewan Pearson). Luci stroboscopiche, curve in bikini come a
pagina 15 del booklet, l’Est europeo inondato di volume fino allo spuntar
del sole. È tutta propulsione, tutta un’ascesa che profuma della passione
autentica di Lavelle per il suo bel mestiere. Onesto, elegante (in giacca da
baseball personalizzata con le figurine aliene degli U.N.K.L.E.), cosa
potreste pretendere di più da questo grande uomo? Un altro disco così, al
più presto, per esempio. Non so voi, ma personalmente ho bisogno di
resistere decorosamente al freddo del prossimo inverno.
(J.R.D.)
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