Un uomo e una chitarra, semplicemente.
Quello che la maggior parte dei gruppi italiani teme di
fare e si nasconde piuttosto dietro a stili e atteggiamenti sempre
nuovi.
Ma in musica ogni ricerca eccessiva può esser debolezza,
ogni orpello diventa spesso un paravento per le proprie insicurezze,
specie quando si parla di arrangiamenti.
Viceversa apprezzo molto questo grande, bistrattato
autore italiano. Lo stimo soprattutto per la determinazione coraggiosa
di mostrarsi per ciò che si è, spesso al rischio di risultare molto
antipatici oppure noiosi, vecchi, ripetitivi, già sentiti, già visti,
invendibili.
Ma a quarantanni, come dice lui, è il momento della
felicità perché a ventanni gli ormoni ti martellano e a trenta credi
ancora nel successo.
Per chi non lo sapesse Federico
Fiumani era nei Diaframma, gruppo col quale il successo
effettivamente poté annusarlo soltanto, come era logico che andasse a
finire. Ora è solo perchè, si sa, i grandi uomini prima o poi rimangono
sempre da soli.
Emblematico in questo senso il brano dedicato al suo
vecchio amico del negozio di dischi, apparentemente lontano dal tema
principale del disco, che sono le donne, ma effettivamente simbolo e
vero motore di questa piccola grande realizzazione artistica.
Realizzazione fragile forse, per suono e tecnica,
rispetto alle produzioni sofisticate e roboanti dell'industria
discografica di oggi, anche di quella italiana, eppure incredibilmente
potente alle mie orecchie.
Come tutti i maestri, egli arriva al momento sbagliato e
cioè quando gli studenti in classe fanno più cagnara che mai: il momento
in cui l'Italia si risveglia e propone decine e decine di "promettenti"
bands che in fondo sembrano quasi tutte seguire proprio lui nel suo
straordinario filone folk-punk verista.
Ma guai a citarlo, altrimenti direbbero che sei troppo
derivativo, no?
Comunque lui se ne fotte abbastanza di tutti questi
giochini di potere, senza nessuna pretesa arriva ancora una volta e
mette a posto tutti, rovinando la festa con questo dischetto così
piccolo e pieno di poesia.
Forse proprio per questo mi fa ridere e mi piace.
Adoro le situazioni imbarazzanti.
E' bello essere dei maledetti guastafeste come lui!
Andrea Capanna
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