JUAN ABREU: Garbageland (Mondadori, pp. 208, € 8,40; traduzione di Raul Schenardi) |
Garbageland
è un’isola di 114.524 chilometri quadrati diventata un’immensa discarica
dopo gli accordi stabiliti
«PADRE NOSTRO CHE VERRAI A MANHATTAN, SIA SANTIFICATO IL TUO REGNO, LIBERACI DAL PECCATO» Ecco come prega il ricco (categoria superconsumatori) mentre ingurgita la sua dose quotidiana di Coca-Cola utile ad accumulare punti premio. “L’avvento del Messia era imminente. I Network del Divertimento, conformandosi alle disposizioni del Congresso Teologico, esortavano a pregare per il suo prossimo arrivo a Manhattan. Tutti davano per scontato che se Dio alla fine avesse deciso di risuscitare, lo avrebbe fatto, ovviamente, nella capitale di Terra Ferma.” I ricchi somigliano spaventosamente ai miliardari che hanno sostenuto il loro candidato ideale George W. Bush durante l’ultima corsa alle elezioni. I ricchi godono con supergiocattoli virtualcarnali come Il Masturbatore, oppure stringendo in pugno le ultime meraviglie hi-tech prodotte dall’industria delle armi. Il Quarto Vertice per la Salvezza Mondiale ha decretato lo sterminio delle razze inferiori non consumatrici. Ci sono i Cancri Disney per questo, e i MicMaster “Rapidi, letali e invincibili. Più che umani: prodotti.” Il cielo dei quartieri alti è uno schermo costellato di immagini pubblicitarie (“Farsi pubblicità nel Cielo: un simbolo di potere”). Il diritto alla vita è controllato dalle Megacorporazioni e solo la minaccia di gruppi terroristici come quello di Orlan Twentyfive o delle Sorelle Immacolate della Santa Confraternita del Supremo Candore turba i sogni di chi ha progettato questo inferno prossimo venturo. Juan Abreu, scrittore e pittore autodidatta nato a L’Avana nel 1952 e attualmente residente a Barcellona, dice: “Non credo che i miei romanzi abbiano qualcosa a che fare con la fantascienza. Almeno non in senso classico: invasioni extraterrestri, esplorazioni spaziali, etc.” Garbageland, prima parte di una trilogia che include i successivi Orlán Veinicinco e El Masturbador, si svolge nell’anno 2500, mescola horror, visioni ballardiane e satira alla Swift (ma chi conosce Ranxerox di Tamburini e Liberatore riconoscerà molti ingredienti pescati anche dalle sue avventure), per parlare delle illusioni collettive del presente, di quella grande allucinazione di massa che è un mondo globalizzato all’estremo, soggiogato dalla spinta al consumismo sfrenato.
C’è molta violenza in
questo romanzo, bilanciata ora da situazioni da cartoon (o da videogame,
come nei
Camuffato da opera (post)cyberpunk, Garbageland parla soprattutto di questo, ed è un romanzo che piacerà anzitutto a chi ha apprezzato il Ballard de La Mostra delle atrocità, Libera Baku ora di Riccardo Pedrini, poi un film del 1988 come Essi vivono di John Carpenter: visioni di un mondo terrificante che, aldilà di ogni superficiale apparenza, è già qui ed ora. Nino G. D’Attis |
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