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Titolo originale:
About Schmidt |
Regia: Alexander
Payne |
Interpreti: Jack
Nicholson, Kathy Bates, Hope Davis, Dermot Mulroney |
Sceneggiatura:
Alexander Payne e Jim Taylor. Tratta dal romanzo 'About Schmidt'
di Louis Begley |
Fotografia: James
Glennon, ASC. |
Montaggio: Kevin
Tent, A.C.E. |
Musiche: Rofle Kent |
Prodotto da Harry Gittes e Michael Besman per New Line
Cinema |
Paese: Usa
Anno: 2002 |
Durata:
125' |
Distribuzione:
Nexo |
Sito ufficiale:
www.aboutschmidtmovie.com |
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A Proposito di
Schmidt è un film che lavora sul livello emotivo dello spettatore,
suscitando un sano groviglio di sentimenti quali
tenerezza-partecipazione-commozione-felicità-risate-malinconia-ecc.
A suo modo impeccabile. A suo modo mediamente hollywoodiano. A suo modo
timidamente indipendente. In sostanza, una buona squadra che sa stare dietro
all’unico vero pezzo strepitoso della rosa: un Jack
Nicholson grassoccio e impacciato assolutamente inedito e
stupefacente. Senza scendere in inutili celebrazioni di uno dei massimi
attori della storia, il divo di Shining a conti fatti è l’unico sano
motivo per cui varrebbe la pena spendere la grana del biglietto (ci si
riferisce, come al solito, ad un pubblico ‘davvero davvero esigentè). Il
resto è ottima scuola: sceneggiatura fresca di Golden Globe (diamo ai premi
dell’industria americana il giusto peso?) e regia da manuale di
Alexander Payne, regista-sceneggiatore giunto
al terzo film (La Storia di Ruth donna americana ed Election
le sue precedenti prove).
Certo, la vicenda narrativa del sessantenne Warren Shmidt è forte e
profonda: un uomo medio americano, alla soglia della pensione, comprende che
la vita scivola velocemente e che, probabilmente, che del suo passaggio non
rimarrà traccia alcuna. Nella pratica, un soggetto double-face: se sul
piatto, infatti, ci sono tutte le occasioni per scendere in profondità, non
mancano però al tempo stesso tutte le opportunità per appoggiarsi sul luogo
comune di facile presa. Payne, a seconda dell’evenienza, riesce bene da una
parte e, purtroppo, non manca di dedicarsi all’altra. A conti fatti ci si
ritrova con un bel film, intelligente e ben scritto, ma senza vere
invenzioni. Che si lascia vedere, si lascia amare, ma che non sarà troppo
difficile dimenticare. Eccezion fatta per il mattatore Jack.
(A.S.) |