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THE GRUDGE |
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Rancore: ecco cosa significa alla lettera il titolo del film. Lo stesso sentimento che deve aver provato il povero Takashi Shimizu, trentaduenne regista della versione originale (Ju-on), del sequel e della serie televisiva giapponese, quando l’anonimo sceneggiatore Stephen Susco gli ha consegnato il copione dell’edizione a stelle e strisce sponsorizzata da Sam Raimi. Rancore: cedere all’impulso di prendere a sputi questi yankees convinti di poter rifare meglio qualsiasi cosa (cioè più in grande, cioè con strategie di marketing infallibili ed executives inossidabili), oppure risparmiare saliva e fare buon viso a cattivo gioco? Budget: sui 10 milioni di dollari. Primo week-end al botteghino: incasso di 40 milioni. Primo mese nelle sale: superati i 100. OK., si fa. Succede così che Karen Davis, giovane assistente sociale nordamericanotta interpretata dall’ex Buffy televisiva (agli esordi testimonial per la catena Burger King, rivale di McDonald) Sarah Michelle Gellar, arriva a Tokyo grazie ad un programma di scambio culturale “impara la lingua et labora”. La sua prima paziente, ricevuta in eredità da una collega svanita nel nulla (una sfaccendata in Giappone?), è un’anziana in stato semi-catatonico che vive in un villino dove il disordine regna sovrano quasi come a casa mia. Mentre è occupata a prendersi cura della vegliarda, Karen sente dei rumori sgradevoli provenire dal piano superiore e, considerato che ha il passaporto di un popolo storicamente avvezzo a ficcare il naso in casa altrui, ecco che cercando e sfrucugliando, salta fuori un piccino rinchiuso dentro un armadio. Uh, che paura! Karen sbarra quelle pupille che hanno già procurato milioni di polluzioni notturne attraverso “capolavori” slasher come So cosa hai fatto e Scream 2, quindi telefona al suo datore di lavoro. Panico. Brividi lungo la schiena. Palpitazioni. In attesa di essere raggiunta dal tipo, la brava ragazza cerca di mettere a letto la nonna, che, inaspettatamente ben disposta a rompere i santissimi, si rifiuta però di dormire. Ha le visioni, la disgraziata. Dialoga con delle presenze cattive (buuuuuh!). Perché? Beh, ci sono i fantasmi, no? “La maledizione di una persona che muore in preda a una collera furiosa che si accumula…” Sicuro: talmente incazzati da aggredire la cassiera minacciando cose dell’altro mondo per avere indietro i soldi del biglietto. La Gellar: una bambolona. Infatti pare che si stia preparando ad interpretare il ruolo di una pornostar stile Jenna Jameson nel prossimo progetto di Richard Kelly (Donnie Darko). Regia: debitamente addomesticata al gusto occidentale. Momenti horror: nessuno. Operazione remake: commercialmente riuscita, preparatevi all’arrabattato sequel. Nise No |
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