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ARCA RUSSA

 

ARCA RUSSA

Regia: Alexander Sokurov

Interpreti: Sergey Dreiden, Maria Kuznetsova, Leonid Mozgovioy

Sceneggiatura: Anatoly Nikiforov e Alexander Sokurov

Ideazione visiva e fotografia: Alexander Sokurov

Dialoghi: Brosi Khaimsky, Alexander Sokurov e Svetlana Proskurina

Direttore della fotografia e operatore steadicam: Tilman Buttner

Operatore HD: Stefan Ciupek

Musiche: Sergey Yevtushenko

Coreografie: Galy Abaidulov

Prodotto da: Andrei Deryabin, Hermitage Bridge Studio, Jens Meurer e Karsen Stoter, Egoli Tossel Film

Durata: 96'

Nazione: Russia/Germania Anno: 2002

Distribuzione: Mikado

   

Un film che condensa molteplici miracoli tecnici ed espressivi, con l’ambizione di comunicare il legame continuo tra storia, cultura e vita.

Alexander Sokurov (indicato dall’ Accademia del cinema europeo come uno dei migliori registi del momento) riesce in un’impresa che fa rabbrividire: un unico piano sequenza di 90 minuti (il primo “vero” piano sequenza totale della storia del cinema) all’interno dell’onirico labirinto architettonico dell’Hermitage di San Pietroburgo, uno dei musei più celebri e splendidi del pianeta, antico epicentro dei leggendari zar di Russia. Un’impresa che annovera l’equivalente di 33 set illuminati contemporaneamente per permettere alla steadycam guidata dal bravissimo Tilman Büttner (già applaudito per le acrobazie di Lola Corre di Tom Tykwer) di muoversi in piena libertà lungo i 1300 metri del percorso che lo spettatore attraversa. 867 attori, centinaia di comparse, tre orchestre e 22 assistenti alla regia.  Un film ambizioso sul quale è d’obbligo rimanere in disparte con timore reverenziale, tale è lo spessore e il valore espressivo, tecnico e umano.

Girato in digitale grazie ad un sistema sperimentale tedesco di registrazione su hard disk che permette un’autonomia di ripresa di 100 minuti, L’Arca Russa è un puzzle senza pezzi mancanti sull’identità storica della Russia di San Pietroburgo (che proprio nel 2003 festeggerà il terzo secolo di vita) e il suo ambiguo rapporto limite con il continente europeo, di cui è parte affettiva e culturale e parte aliena al tempo stesso.

Un esempio di come il cinema è capace di avvicinarsi alle opere d’arte con amore e delicatezza, un teatro delle ombre che schizza morbidamente da Pietro il Grande all’imperatrice Caterina, sussurrando con autentica poesia e malinconia la storia culturale di un paese.

Un unico respiro narrativo che rinchiude molteplici piani temporali per sottolineare l’immortalità del tempo storico.

«Nel mio film si è costretti a vivere un determinato periodo temporale tutto d’un fiato. […] Nel cinema tutto dipende dalle forbici, dal coltello […] Io, al contrario, volevo cercare di calarmi alla perfezione, di penetrare nel fluire del tempo, senza doverlo ricostruire in seguito a mio piacimento, instaurare una collaborazione naturale, vivere quell’ora e mezzo intensamente […] Questo film è una fantasia. Parla di qualcosa che non è mai accaduto ma che avremmo desiderato accadesse. Non voglio fare esperimenti con il tempo. Voglio portare sullo schermo il tempo reale».

 

sito ufficiale: http://www.russianark.spb.ru                                                           Antonello Schioppa