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DOGMA |
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Avremmo dovuto vederlo nell’anno del giubileo 2000 e non nel desertico giugno del 2003. Considerato sconcio, blasfemo ed irriverente nei confronti della chiesa, e per tale motivo bloccato, a vederlo oggi ci si rende conto una volta di più dell’ottusa visione delle istituzioni cattoliche, incapaci di aggiornare il loro sguardo sulla società moderna. Questo film non nuocerebbe neppure ad un agnellino e rischia suo malgrado, nell’apparente irriverenza, di fungere da veicolo missionario nei confronti di qualche teenager suggestionabile dal fatto che Dio vesta i panni di Alanis Morisette, e che l’ultimo discendente di Cristo sia quella splendida icona undeground di Linda Fiorentino. Naturalmente tutto ciò è improbabile ma senz’altro è una visione più equilibrata rispetto a quella contraria, e cioè: che allontani dalla chiesa qualche cattolico convinto, ed ignaro che Cristo, forse, aveva dei fratelli. Ma come, Maria non era vergine? E già, certo pensare a quel povero uomo di Giuseppe costretto a sfogare le sue voglie sessuali fabbricando con il legno graziose bambole artificiali. Mah! I misteri della fede. Dogma, cos’è Dogma? Certamente non un film artistico, semmai spettacolare, divertente, furbo e perfino tecnicamente valido ma….. Ma la visione autoriale di Kevin Smith non va oltre l’intento: "Adesso prendo un po’ in giro la chiesa cattolica e le sue contraddizioni, dovrebbe funzionare non lo fa mai nessuno", e, in effetti, funziona, almeno nella prima parte. Le battute si sprecano e alcune trovate sono senza dubbio esilaranti, la storia del tredicesimo apostolo escluso dai testi sacri perché nero, o un Cristo indebitato, o un angelo ubriaco sono spunti che strappano sinceri e gaudenti sorrisi, anche se sorge il sospetto che il divertimento sia dovuto più al piacere di ironizzare su una materia religiosa poco irrisa in passato, che dall’effettiva efficacia drammaturgica di alcune situazioni. Ma la seconda parte, Dio mio! La seconda parte sfocia ineluttabilmente nell’ennesima pseudo-variante del film d’azione, c’è una missione da compiere (tra l’altro per conto di Dio), dei cattivi da fermare ed un lieto fine dietro l’angolo a mo’ di benedizione finale. Che il Signore sia con voi. Tutto il positivo di quest’opera risiede nelle invenzioni di sceneggiatura, ma la regia (quella artistica) dov’è? Signor Kevin Smith, permette una domanda? Fatti i dovuti complimenti per qualche dialogo ben riuscito, mi spiega come ha fatto ad avere Linda Fiorentino a disposizione per settimane, e non essere stato in grado d’inquadrarla almeno una volta come Dio comanda e come logica vorrebbe? Ah, Dimenticavo! Dio è infallibile, e non può neanche cambiare idea perché se lo facesse questo film non esisterebbe. N.B. per la chiesa cattolica: se trovate il pezzo blasfemo e sconcio, tranquilli, anche questa recensione è innocua.
Davide Catallo |
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