Harbour
Court (Hawaii),1997-2000. Duecentoventi persone, provenienti da 22
paesi diversi, lavorano a Final Fantasy. Film o videogioco? Neanche il tempo di
rifletterci. Buio in sala. I primi trenta secondi li trascorro a cercare il dual
shock , poi un crescendo di forti “emozioni digitali”. Saranno i 10 milioni
di dollari spesi per realizzare i capelli della bella dottoressa Aki Rosse, sarà
l’impiego del plug-in kit applicato sul viso di attori per convertire i
movimenti muscolari in file attraverso lo switcth scanner, ma a me sembrano
maledettamente reali. Grazie all’impiego del conosciutissimo software Maya
(della Alias/wavefront, già impiegato per Star Wars-episodio I,The Truman Show,
Man in Black e altri) Hironobu Sakaguchi, regista del film, dà letteralmente
vita ad un superlativo cast di attori digitali i quali però non sono esenti da
velenose critiche. Molti si sono sentiti minacciati . La nostra conterranea
Stefania Rocca intervistata a Venezia dove presenziava
in qualità di madrina alla 58° mostra del cinema, ha voluto ricordare
che questi androidi non avranno mai la voce calda e carezzevole dei veri attori.
Chissà cosa ne penserebbe il vecchio Alec Baldwin o Donald Sutherland
doppiatori dei personaggi di FF.
Il vero neo del film sembra essere la storia
costruita prendendo spunto da Blade Runner, Matrix, The Sixth Sense
e
soprattutto da Alien-la clonazione.
Il tutto viene comunque rivisitato dagli occhi di
una cultura tutta orientale che riesce a miscelare presagi angoscianti di un
futuro apocalittico e convinzioni ottimistiche sulla ripresa di una coscienza
ecologica attraverso la lotta e il sacrificio dei giusti, tematiche già
presenti nella saga ludica del quale il film è parte integrante. E
quindi forse solo allo spettatore avvezzo di nottate insonni davanti alla
playstation e profondo conoscitore della filosofia Square il film appare e si
rivela nella sua grandezza che risiede nell’enorme progresso tecnico della
grafica che rende più appetibile l’acquisto dell’ultimo episodio di Final Fantasy
(magari con PS2 annessa). Tuttavia la visione del film è un passo
obbligato per tutti ricordando sempre e comunque che FF non ha nessuna pretesa
cinematografica se non quella relativa al genere d’animazione del quale fa
parte e di cui, insieme ad Akira, detiene il trono facendola in barba ai
vari Disneyland’s cartoons (come paragonare Eyes wide shut ad A.I..!).
E per chi non andrà a vederlo...GAME OVER!
Rossella Macchia
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