|
|||||||||
Lontano (Loin) di Giorgio Giliberti |
|||||||||
Tre corpi in movimento nell’arco di tre giorni, legati in maniera simbiotica
al proprio mezzo di trasporto : Serge al Tir, Said alla bicicletta, Sara al
motorino. André Téchiné segue le loro
peregrinazioni fisiche e sentimentali durante il tempo che intercorre tra lo
sbarco di Serge a Tangeri e la sua ripartenza per l’Europa. La città
marocchina, sorta di spazio-frontiera, insieme ponte e barriera, incarna
pulsioni ed elementi contrapposti che, da sempre, caratterizzano i
personaggi del cinema di Téchiné, incerti sul futuro e smaniosi di viversi
il presente. Il desiderio di mettere radici in un luogo e l’esigenza di
fuggire, l’erranza e la stasi, la passione e il rancore, gli slanci
improvvisi e le attese dilatate, la morte e la nascita, il lutto e la
felicità. In una situazione sociale e emotiva così precaria, essere in
movimento vuol dire essere vivi. Il regista ci restituisce in maniera
efficace i nomadismi dei protagonisti grazie ad un uso personale del
digitale, né 'dogmatico', né austero. Téchiné bracca le sue anime inquiete,
contaminando un approccio documentaristico con suggestioni da film
d’avventura. Èemblematica tutta la vicenda del trasporto della partita di
hashish, inserita dal regista, per sua ammissione, non per immettere
dell’azione nel film, ma per caratterizzare meglio lo spaesamento del
personaggio. Accade spesso anche nella realtà che i camionisti, percorrendo
quella rotta si trovino ad affrontare situazioni simili.
|