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THE HUNTED - La Preda

   
Benicio Del Toro in The Hunted

Regia: William Friedkin

Interpreti: Tommy Lee Jones, Benicio Del Toro, Connie Nielsen, Robert Blanche, Jenna Boyd, Aaron Bronstein, Ron Canada, John Finn, Carrick O'quinn, Mark Pellegrino, Leslie Stefanson

Soggetto: David Griffiths, Peter Griffiths, Art Monterastelli

Sceneggiatura: David Griffiths, Peter Griffiths, Art Monterastelli

Fotografia: Caleb Deschanel

Scenografia: William Cruse

Costumi: Gloria Gresham

Musica: Brian Tyler

Montaggio: Augie Hess

Produzione: Alphaville Films, Lakeshore Entertainment

Paese: USA Anno: 2003

Durata: 97'

Distribuzione: 01 Distribution

Sito ufficiale: www.huntedmovie.com

Sito italiano: www.thehunted.it

   

Dio disse ad Abramo “Sacrificami un figlio”

Abe disse “Amico, mi prendi in giro?”

Dio disse “No”. Abe disse “Cosa?”

Dio disse “Puoi fare come vuoi Abe, ma

La prossima volta che mi vedi arrivare sarà meglio che teli”

“Allora”, disse Abe, “Dove vuoi che avvenga questo omicidio ?”

Dio disse “Sulla Highway 61”.

 

(Bob Dylan, Highway 61 Revisited)

  

William Friedkin sceglie queste parole per aprire il suo film meno riuscito, The Hunted. Soltanto pochi giorni fa ero un po’ impaziente di vedere il recente prodotto di un regista dalla rara armonia tra psiche e azione, se nell’insieme ritrovi attori di grande talento come Tommy Lee Jones e Benicio del Toro, hai quasi la certezza che il prodotto sarà straordinario. ERRORE. La sceneggiatura è raccapricciante e non per la mancanza di dialoghi, che al contrario al cinema sono superflui, ma per la noia e il sonno che procura. In 97 minuti di film non solo non succede nulla d’interessante, ma tutte le situazioni che si creano sembrano una serie di cortometraggi incollati alla buona. La guerra in Kossovo, l’omicidio nella foresta, il parco del Trentino, gli X-Files… lo zapping è meno snervante.

A salvare lo scempio interviene la splendida fotografia del film, che ci catapulta in una dimensione documentaristica integrata alla regia di Friedkin. La camera segue gli attori come farebbe un operatore di guerra o si integra all’ambiente dove essi si trovano, un camaleonte meccanico alla ricerca della perfetta inquadratura. I luoghi sono i veri protagonisti della pellicola, le città sotto i bombardamenti, la foresta della caccia all’uomo o le fogne, specchi interiori dei protagonisti e dove ogni ombra è un angolo di paura. Il silenzio vorrebbe essere la chiave risolutiva di tutto il film, ogni personaggio è chiuso nel suo universo e non riesce ad esternare i propri pensieri, i dialoghi sono superflui, tutto si basa sull’azione e reazione. Magari fosse vero. Questo è il punto debole dove un progetto interessante crolla. Friedkin non è Antonioni e nessuno lo Benicio Del Toro e William Friedkinvorrebbe, ma lui ha scelto di emularlo senza riuscirci. La regia è bella, ma non richiama certo la poesia del maestro, in più le performance di Tommy Lee Jones e Benicio del Toro non esaltano. Non voglio dire che non siano bravi, ma si avverte  come l’assenza di qualcosa. The Hunted nell’insieme vola a bassa quota sin dall’inizio e quando sembra che stia per decollare eccolo ripiombare nella monotonia.

Peccato, un altro film che non trova una sua giusta dimensione o meglio la cerca, la trova e ci sputa sopra. Sì, perché se si fosse puntato di più su una continuità logica e su una violenza più evidente, magari avremmo avuto un capolavoro, ma la necessità di vecchie leve come William Fredkin di dimostrare che sanno fare arte spazza via tutta la personale drammaturgia raggiunta negli anni. Un film carino, per i giocatori di Metal Gear Solid, ma poco gradevole per gli altri.

Massimo Macchia