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Confessioni di una mente pericolosa

   

Drew Barrymore and Sam Rockwell. Photo by Takashi Seida - ©2002 - Miramax Films - All Rights Reserved

Regia: George Clooney

Interpreti: Sam Rockwell, Drew Barrymore, George Clooney, Julia Roberts, Rutger Hauer, Fred Savage, Linda Tomassone, Matt Damon, Brad Pitt.

Soggetto:  Chuck Barris

Sceneggiatura: Charlie Kaufman

Fotografia: Newton Thomas Sigel

Scenografia: James D. Bissell

Costumi: Renee April

Coreografia: a

Musica: Alex Wurman

Montaggio: Stephen Mirrione

Produzione: Allied Filmakers, Miramax Films, Broadway Video, Kushner-Locke Company, Mad Chance, NPV Entertainment, Section Eight Ltd., Village Roadshow Productions

Paese: Canada, Germania, Usa Anno: 2002

Durata: 113'

Distribuzione: Eagle Pictures

Sito ufficiale: www.miramax.com/confessions

   

Il debutto di George Clooney alla regia è un concentrato di opposti che si annullano in un magma neutro: originale e banale al tempo stesso, personale ma convenzionale, un po' divertente e un po' noioso, decisamente mainstream e utopicamente indipendente. Tra i produttori c'è Steven Soderbergh e l'adattatore del romanzo è uno dei sceneggiatori più osannati del momento: Charlie Kaufman, la penna di Essere John Malkovich, Human nature ed Il ladro di orchidee.

Gli amici Brad Pitt e Matt Damon fanno da comparse, Juilia Roberts è una dark lady mozzafiato, e Clooney si ritaglia il ruolo del cinico agente della Cia che spalleggia le vicende più o meno autobiografiche di Chuck Barris, freddo sicario dei servizi segreti americani e, al tempo stesso, leggendario autore di quiz ultra popolari come La Corrida o Il gioco delle coppie : "La televisione lo ha reso famoso, ma le sue imprese maggiori sono accadute lontano dallo schermo".

Confessioni di una mente pericolosa salta, senza troppa continuità, dal registro comico a quello drammatico, mescolando spunti demenziali con percorsi introspettivi, fotografia noir e coraggiose virate in infrarossi: troppa ambizione e troppa poca maestria, nonostante Clooney sia capace in alcuni momenti di uscire dal "già visto rifatto in maniera ammiccante" e regalare qualche sana emozione. Comunque troppo poco per i nomi coinvolti, ma comunque non da buttare per George, che decide di tentare qulche parentesi di riflessione sull'America mescolando due temi molto cari al pubblico americano: Cia e Tv spazzatura. Abbastanza bravo il protagonista Sam Rockwell, semisconosciuto tra i divi, anche se il suo personaggio è avvicinato troppo alla macchietta e al clichè, vero grande difetto di tutto il film.

(A.S.)