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L’AMORE E' ETERNO FINCHE' DURA

Laura Morante

Regia: Carlo Verdone

Interpreti: Carlo Verdone, Laura Morante, Stefania Rocca, Rodolfo Corsato, Antonio Catania, Lucia Ceracchi, Gabriella Pession, Elisabetta Rocchetti, Orsetta De' Rossi, Mauro Marchese, Guglielmo Cascioli, Claudio Ammendola, Giovanni Corbellini, Raffaella Lebboroni,Simona Corigliano.

Soggetto: Carlo Verdone, Francesca Marciano, Pasquale Plastino

Sceneggiatura: Carlo Verdone, Francesca Marciano, Pasquale Plastino

Fotografia: Danilo Desideri

Scenografia: Maurizio Marchitelli

Costumi: Francesca Sartori

Musiche: Fabio Liberatori

Montaggio: Antonio Siciliano

Produzione: Vittorio Cecchi Gori per C.g.g. Fin.ma.vi.

Paese: Italia Anno: 2003

Durata: 108'

Distribuzione: Medusa

Sito ufficiale: www.lamoreeeternofinchedura.it

Potremmo cominciare col darvi il saluto dopo mesi di inattività dal sito. Ma non lo faremo. Potremmo cominciare con una biografia di Verdone. Ma non faremo neanche questo. Potremmo partire parlando subito e direttamente del film, della storia, dei personaggi, degli attori, ma non credo che lo faremo. In realtà l’aggancio giusto per partire in questo nostro pezzo potrebbe darcelo un anniversario. Sì perché, più o meno un anno fa, se ne andava Alberto Sordi. Nati non omologati, non saluteremo e non ricorderemo Albertone con coccodrilli strappalacrime ed incensanti la divinità che non c’è più. Anche Alberto Sordi sbagliava e la gran parte dei suoi film a colori non ci piaceva. Diciamolo subito e a scanso di equivoci. Partiamo dal ricordo di Albertone perché, quasi in concomitanza con l’anniversario della sua dipartita, è uscito nelle nostre sale il film del suo "erede naturale": Carlo Verdone, di cui Sordi stesso era stato un pigmalione agli inizi di carriera e punto di riferimento poi. Non per fare gli pseudointellettualoidi che tutto sannodiconoefanno, ma la parabola "filmica" di Verdone è stata di quelle che ti porta a dire nel bel mezzo di una conversazione a tavola con semisconosciuti: "mah… sì, Verdone…certo le prime cose erano meglio..". Classico atteggiamento Carlo Verdone e Laura Morantecazzone che, consiglio, una brava persona dovrebbe evitare sempre. Le "prime cose" sono sempre le migliori! Come lo sono quelli che se ne vanno, le cose da mangiare di una volta, financo gli sceneggiati di un tempo ("Ah, la Baronessa di Carini! Ne facessero ora …."). E che palle con queste prime cose! Ma ogni tanto, se si riesce ad evitare il rimpianto per una spensieratezza che non c’è più, oltre che un’età andata, ci si accorge che qualcosa forse era davvero meglio com’era prima. Verdone ne è il lampante esempio. Ed anche Sordi sarebbe d’accordo. Ma cosa ti è successo Carlo, e scusaci il tu? Noi veramente recitiamo come in un rosario tutte le tue "prime cose". Abbiamo amato Furio, Mimmo, Sergio Benvenuti, il Patata di Compagni di scuola, Manuel Fantoni, Enzo, padre Michael Spinetti, la famiglia Sagonà, ma anche il Bernardo di Maledetto il giorno che t’ho incontrato. Te lo ricordi Carlo? "..i baci, Bernardo, bisogna saper ba-cia-re!". Dopodiché, il vuoto. Ma cosa è succeesso? Perché soprattutto? Capiamo il vuoto e la mancanza di ispirazione. Capiamo che una persona cresce e che non può stare sullo stesso livello per vent’anni. Ma allora perché sfornare film ogni anno? In questo ci ricordi un po’ Woody Allen, che almeno però ha deciso, opinabilmente, di abbandonare la regia per farsi dirigere da altri. Come si fa Carlo, dai obiettivamente, a scrivere un film così debole per interpreti eccelse, a nostro modo di vedere, personalissimo, come Stefania Rocca e Laura Morante? Sono due attrici di respiro internazionale, non possiamo relegarle nella commediola sulla crisi matrimoniale, su! Il primo tempo, poi, ad onor di verità, è spassoso e si torna a ridere dopo anni, ma perché allora hai messo anche il secondo? È inconsistente sia a livello comico che su quello della storia. Poi, e scusaci se da vecchi fans ti diamo dei consigli, ma quando si scrittura Antonio Catania per un film, forse sarebbe il caso di dargli spazio, che ne dici? Insomma, se già non l’avete capito, il film in sé è un po’ una mistura, malriuscita, di luoghi comuni e battute. Verdone è quello che è: fa ridere anche se resta serio ed inespressivo. Le due, Rocca e Morante, sono bravissime, anche se non è stato chiesto loro un grandissimo sforzo interpretativo. La Morante fa la moglie nevrotica ed esaurita, in piena menopausa (come comportamento, non perché sia in età..), che se non sceglie bene i film le farnno fare sempre e soloquello, come a Ricky Memphis il poliziotto, e la Rocca fa la sentimentale trentenne bbona machenonsadiesserlo, insicura, ma vulcanica. Insomma niente di nuovo sotto il sole. Crisi d coppia, cinquantenne con venticinque-trentenne Carlo Verdoneriscopre la voglia di vivere, amanti, lavoro che stressa, fuga dalla famiglia con figli che soffrono. Ne avete mai sentito parlare?! In confronto su questo tema, Muccino e mooooolto meglio. E allora riassumiamo. Si ride? Sì, anche se principalmente nel primo tempo. La storia? Inconsistente, banale e già riciclata ampiamente dal cinema italiano. Gli attori? Bravi anche se niente di eccezionale. Conclusioni? Aspettate ed affittatevi il film in dvd o in videocassetta, per una serata di diluvio fuori le finestre, divano e pizze nel cartone sulla tavola neanche apparecchiata. Altre domande? Mah no, direi di no…

 

Simone Pollano