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Titolo originale:
id. |
Regia: Todd
Phillips |
Interpreti: Ben
Stiller, Owen Wilson, Snoop Dogg, Vince Vaughn, Carmen Electra, Molly
Sims, Amy Smart, Juliette Lewis, Chris Penn, Fred Williamson, Brande
Roderick, Jason Bateman |
Soggetto:
William Blinn, Stevie Long, John O'brien
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Sceneggiatura:
John O'brien, Todd Phillips, Scot Armstrong |
Fotografia: Barry
Peterson |
Scenografia: Kate
J. Sullivan |
Costumi: Louise
Mingenbach |
Musiche: Theodore
Shapiro |
Montaggio: Leslie
Jones |
Produzione: Warner
Bros |
Paese: USA
Anno: 2004 |
Durata: 101' |
Distribuzione:
Buena Vista |
Sito ufficiale:
starskyandhutchmovie.com |
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Bay
City, California, negli anni ’70 che amiamo ricordare: KC & The Sunshine
Band, i Jackson 5, il sabato sera con febbrone (da cavallo) allo Studio 54,
i pantaloni a zampa d’elefante da abbinare alle Adidas
blu
con righe bianche e anelli, cinture, collanazze freak, le cheerleaders che
negli stadi italiani non sono mai esistite (ma oggi ci sono le Veline che si
fidanzano con i calciatori, farà notare qualcuno). West Coast. Fiori nei
vostri cannoni (però fateli girare, ogni tanto). Capelli cotonati.
Zatteroni.
L’ispettore Callaghan. Bill Conti. Gli Oliver Onions. Frankie Valli.
Olivia Newton-John. Etc.
I
Seventies, insomma.
David Starsky, poliziotto tanto ligio al dovere quanto terribilmente
maldestro e Ken "Hutch" Hutchinson, il suo collega biondo e spiantato, si
ritrovano a far coppia (strana, alla Lemmon & Matthau) contro il miliardario
trafficante di droga Reese Feldman (Vince Vaughn). Pronti? Via! Un’ora e
quarantuno minuti di
inseguimenti a piedi e in macchina (Ford Gran Torino bianca e rossa,
naturalmente), zuffe, citazioni cinefile (da Easy Rider a
Saturday
night fever, passando per Il Cacciatore) e situazioni
surreal-trash come nella scena del colloquio con il galeotto gay che si
infiamma per Hutch o il primo incontro tra Starsky e Huggy Bear. È il
prequel dell’omonima serie televisiva creata nel 1975 da William Blinn,
prodotta da
Aaron
Spelling (l’uomo dietro le Charlie's Angels) e interpretata da
Paul
Michael Glaser e David Soul. Un cult? Di più. Ma, strano a dirsi, per una
volta tutto funziona anche sul grande schermo con una trentina d’anni di
distanza,
giusto
nell’età della Hollywood in crisi di soggetti. Funziona, merito di Ben
Stiller e Owen Wilson e dell’agile regia di Todd Phillips (Road Trip,
2000; prossimamente The Six Million dollar man con Jim Carrey), di
una toccante comparsata di Glaser e Soul nel finale, di un cast che brilla
come un festival di fuochi d’artificio (il rapper Snoop Dogg nei panni
dell’informatore Huggy, ruolo rivestito sul piccolo schermo da Antonio
Fargas; Juliette Lewis fa la pupa del boss; Carmen Electra fa niente di più
di quel che faceva in Baywatch e Vacanze di Natale 2000,
ovvero la bambolona supercarrozzata).
Scontato/furbetto/spensierato/frizzante/retrodatato/nuovo: tutte queste
definizioni calzano a pennello su una cop-commedia intelligente ed
estremamente curata (si dice che la Warner abbia speso un patrimonio solo
per i costumi,
gli
oggetti di scena e le automobili d’epoca). Rétro è bello, anzi, necessario,
se la fonte è una delle migliori serie tv realizzate negli anni 70: Phillips
riesce a farci fare il tuffo nel passato che aspettavamo, a darci il déja vu
dal groove giusto facendo il surf su una tramina sottile.
Riappare tutto e tutto torna al suo posto con una sgommata da brivido sui
titoli di coda: Wilson & Stiller, superlativi. Starsky & Hutch ancora duri,
scanzonati e puri, come i ’70 della nostra memoria.
(N.G.D’A.) |