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8 MILE                    (Leggi il profilo su Eminem)

 

 

Regia: Curtis Hanson

Interpreti: Eminem, Kim Basinger, Mekhi Phifer, Brittany Murphy, Evans Jones, Omar Benson Miller, D’Angelo Wilson, Eugene Byrd

Sceneggiatura: Scott Silver

Fotografia: Rodrigo Prieto

Musica: Eminem e artisti vari

Produzione: Curtis Hanson, Brian Grazer, Jimmy Iovine

Durata: 118’

Paese: USA Anno: 2002

Distribuzione: UIP

Sito ufficiale: www.8-mile.com

 

 

Facciamo finta di essere persone serie, sani cinefili, non fans della musica trash: non siamo andati a vedere il primo film di Eminem, siamo andati a vedere il nuovo film di Curtis Hanson. In cui, accidentalmente, c´è Eminem, nella parte – quasi - di Eminem, che canta canzoni scritte da Eminem e vive più o meno la vecchia vita di Eminem.

La trama si racconta in due righe: Jimmy, unico aspirante rapper bianco dei sobborghi poverissimi di Detroit, con una madre alcolizzata (Kim Basinger), una sorellina piena di traumi e quattro amici scoppiati, deve vincere la paura e avere il coraggio di esibirsi in un locale per neri, se vuole raggiungere la fama e la possibilità di cambiare vita. Ovviamente ce la fa, aiutato dall´amore (più o meno) di una biondina un po’ puttana ma simpatica.
E detta così, il film sembrerebbe abbastanza brutto. I fans di L.A. Confidential restino pure delusi: dialoghi banali, un attore principale che ha sempre la stessa faccia incazzato-depressa, personaggi di contorno già visti, ordinario degrado urbano e familiare, linguaggio sboccato, conflitti razziali stereotipati. Eppure, in realtà, 8 Mile (che nella storia segna il confine tra il ricco quartiere dei rappers affermati e la periferia squallida dove Jimmy vive), non è affatto brutto, e allora ammettiamolo, che abbiamo fatto bene ad andare a vedere il primo film di Eminem. Perché sebbene lui come attore non ci sia tanto, e anche se vedere Eminem che recita Eminem possa mettere un po’ in imbarazzo, ci si accorge presto che la storia è e vuole essere qualcosa di diverso dalla semplice autobiografia di Marshall Mathers agli esordi di carriera.

Il film di Hanson è uno spassoso viaggio nel mondo del rap, fatto di insulti e prese in giro che non risparmiano nessuno, di critica e autocritica come espressione letteraria: i duelli finali, in cui vince chi riesce ad entusiasmare il pubblico offendendo - a ritmo di musica – l’altro concorrente, sono sinceramente divertenti, ben scritti e ben cantati, e per quanto, conoscendo la storia di Eminem, già sappiamo che ce la farà, non di meno rimaniamo affascinati da una cultura dello sberleffo, il più veloce possibile, il più feroce possibile, che ricorda le sfide retoriche del vecchio mondo o le commedie di Shakespeare nella perfetta cadenza delle rime. L´attore Eminem, l´abbiamo detto, non è un granché; ma solo (il vero) Slim Shady avrebbe potuto recitare quella parte, e, soprattutto, scrivere quei divertentissimi, cattivissimi pezzi.

 

Valentina Soluri