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A CANNES, A CANNES! di Nise No Nise.No@libero.it |
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Cannes, résidence du Festival: longs métrages, courts métrages, cinéfondation, un certain regard per le bellezze che brulicano nel formicaio. Sono arrivato tardi per vedere l’apertura hors compétition di Fanfan la tulipe e Ce jour-là di Ruiz (en compétition, leggo da qualche parte). Tardi per Les Égarés di Téchiné (amori bisex, Emmanuelle Béart e Stukas tedeschi nella Francia del 1940) che in ogni caso non vedrei neanche in punto di morte e per Qui a tué Bambi? di Gilles Marchand, interessante almeno nel titolo in omaggio ai Sex Pistols (e poi è hors compétition!). In pratica, ho saltato un bel po’ di cose forse perché ho un talento spiccato nell’arte del perdersi/perder tempo, forse semplicemente per salvare gli occhi. È
Mimì Miyagi,
stella di prima grandezza dell’hard asiatico la ragazza che sta parlando con
Gus Van Sant? Se fosse Mimì verrebbe di certo a salutarmi. Una
Ho evitato come
il colera Swimming pool di Ozon. Mi sono addormentato intorno al 10°
minuto di Dogville di Lars Von Trier (dura 170’ ed è en compétition).
Al risveglio, Masao mi ha spiegato che Grace (Nicole Kidman) una donna in
fuga da un oscuro
A cena all’Escarpit con la sosia di Mimì che si è portata dietro una sosia di Mandy Bright e una mulatta platinata dal viso dolcissimo di nome Destiny. Mi trastullo un po’ con l’idea di invitarle tutte e tre in camera per una session Polaroid ma Destiny ha un appuntamento con un produttore danese, la finta Mandy minaccia di collassare in pubblico dopo aver palesato qualche difficoltà psicomotoria al terzo bicchiere di Ferrari Remuage e Mimì (in realtà si chiama Ayako), vista da vicino non si rivela troppo in carne. Arrivederci, ragazze. Sento già la mancanza del lungo abito rosso passione di taffetà indossato da Destiny: perfetta backdoor beauty con qualcosa di antico nel solco. Masao è triste, mi confessa che qualora non dovesse trovare un modo per proiettare Waiting men au Marché du Film, prenderà in seria considerazione il proposito di autoevirarsi in terra straniera. Prima però darebbe un’occhiata al thriller geologico con paesaggio australiano Japanese story di Sue Brooks e a The Last customer, il corto in digitale di Nanni Moretti sulla chiusura di una vecchia farmacia italo-americana dalle parti di Manhattan Place, a New York. Ordino un altro Glenfiddich. Dieci minuti più tardi, Masao torna sconvolto dalla toilette del ristorante e mi fa: "Ho pisciato tra Clint Eastwood e Wim Wenders!" Abbiamo saltato
la proiezione delle 22.30 di Carandiru di Babenco sul grande
penitenziario di San Paolo del Brasile che nel 1992 fu al centro di una
drammatica rivolta domata nel sangue. Masao è incuriosito da
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