Magari è un periodo di
recessione per l’amore e anche per il sesso. Tipo che ti ritrovi
invischiato in una relazione che si trascina da troppo tempo in letti
freddi, infestati - oltre che dagli acari - da silenzi più
sconclusionati dei discorsi. Probabilmente dall’altra parte c’è un muro
che nessun bulldozer potrebbe buttare giù. È dura, vero? Ci bevi su
qualcosa di forte e subito dopo anche un disco come l’ultimo dei
Rammstein assume un senso. Quel ‘tanz metal’ sboccato e caciarone che
arriva dalla Grande Germania e che per il video di Pussy, primo
singolo estratto dall’album, ha convinto il regista Jonas Åkerlund (ex
drummer del gruppo metal svedese Bathory, oggi apprezzato da Elizabeth
Hurley e Madonna) a girare una specie di cortometraggio porno con tanto
di organi genitali esposti ed eiaculazioni a go-go.
“Schönes Fräulein, lust auf mehr?
Blitzkrieg mit dem Fleischgewehr
Schnapps im Kopf, du holde Braut
Steck Bratwurst in dein Sauerkraut…”
Non è roba per la
patinatissima MTV e neppure per Youtube (la scorsa settimana ho provato a
postare il video di due acari della famiglia Trombiculidae che si
accoppiano, filmati sul materasso della mia ex e dopo venti minuti scarsi
‘sti puritani con la carta di credito d’oro l’avevano già rimosso,
bollandolo come pornografico). Per far circolare il loro suadente,
testosteronico inno alla gnocca (in realtà una satira sull’animale uomo e
sulla misoginia), i Rammstein hanno sfruttato i luoghi più peccaminosi del
web e, proprio secondo i piani, la notizia ha fatto il giro del mondo (si
sussurra che il “fattaccio” abbia causato la dissociazione e rescissione del
contratto da parte della Universal Records ma non ci credo).
I Rammstein, dicevo, sono
uno di quei gruppi che per una ragione o l’altra non ti sogneresti mai di
prendere completamente sul serio. Vanno benissimo per rompere la monotonia
delle sette di sera in un posto qualsiasi della Confederazione Svizzera o
per rallegrare un addio al celibato in Kazakistan, non dico di no. È musica
che ti ricorda istintivamente Johann Hans Hölzel, in arte Falco e le feste
di Natale della Lauda Air della fine del secolo scorso. Voglio dire: anche
con Elio & Le Storie Tese ai tempi de La visione potevi farti due
risate e finiva lì. Gente che suona divinamente, mica mostaccini di
Magdeburgo tipo i Tokio Hotel. Invece bisognerebbe ricordarsi di ciò che
diceva Gilles Deleuze: "Il pensiero, nessuno lo prende molto sul serio,
tranne quelli che si considerano pensatori o filosofi di professione”.
E, ragazzi miei, l’ex promessa del nuoto Till Lindemann scrive quasi sempre
testi davvero profondi. Pescando da Hoffmann, Goethe, se no dal calendario
di Nuts, che importa.
Pur senza grandi
sconvolgimenti, Liebe ist alle für da, registrato da Jacob Hellner al
Sonoma Mountain Studio (California), è un lavoro che, a quattro anni
di distanza dal precedente Rosenrot e figlio di una crisi interna che
ha rischiato di sciogliere la band, prova a spingersi oltre le prove
passate: partenza autocelebrativa con il brano intitolato Rammlied,
cuore heavy (B********) quando non proprio industrial-metal (Ich
tu dir Weh) e grandi ballatone (Frühling in Paris e Roter Sand).
Una riuscita fusione di atmosfere aggressive e splendide oasi melodiche, con
un sound che generalmente mette in secondo piano le tastiere per
privilegiare le chitarre.
Probabilmente è un periodo
di fottuta depressione per l’amore e anche per il sesso. Ci sono giorni in
cui detesto i Rammstein e giorni in cui a parte la loro musica non ascolto
altro.
(J.R.D.)
www.rammstein.de
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