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PAURA.COM |
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Il Grande Almanacco delle Nuove Leggende Hollywoodiane narra di un giovanissimo William Malone che all’alba degli anni ’80 vende la sua auto e ipoteca la casa (un po’ come il nostrano Nico D’Alessandria) per finanziare con 80.000 verdoni Scared to death, suo lungometraggio d’esordio. Prima di allora, il ragazzo con il cuore di celluloide aveva lavorato a Los Angeles in qualità di modellista per il mago degli effetti speciali Don Post, e frequentato i corsi di cinema presso la UCLA. Ma la scuola fa male, è risaputo. Non pago di aver infangato impunemente l’onorata memoria di William Castle nel remake per grandi e piccini de Il Mistero della casa sulla collina (1999), Malone è tornato alla carica con una nuova piaga scritta da Josephine Coyle su soggetto di tal Moshe Diamant (segnate questi nomi alla voce ‘GENTE DALLE IDEE ORIGINALI’). Volete ridere? Il materiale ‘artistico’ non scarseggia: Mike Reilly (un bovino Stephen Dorff) è il giovane sbirro della omicidi con barba di tre giorni e broncio maledetto d’ordinanza che indaga sui decessi di quattro tizi (tra)passati per il misterioso (buuuuuuuh!) www.feardot.com. Attenti a voi, smanettoni! Nelle zone oscure del web alberga infatti il solito dottorino sciroccato dedito full time a rapire/denudare/tagliuzzare fanciulle poppute a puro beneficio degli aficionados del sito (nota per gli esperti: il web master deve essere lo stesso di www.marilynmanson.com). Camice, bisturi e Luger nazistella nascosta nelle mutande: bel tipetto, herr doktor. Non basta: se The Ring ha mandato in erezione il Box Office, mettiamoci anche l’ectoplasma di una graziosa quanto triste bambina che gioca a palla e un cadavere che grida vendetta dalle torbide acque. Scarafaggi? Ne è avanzata una nidiata da La Mummia 1 e 2. Ritmo? Come piace alla MTV generation. Fotografia? Dite all’esimio direttore Christian Sebaldt che i riferimenti imprescindibili sono Seven e X-Files e non se ne parli più. Per sciogliere il rompicapo (è un eufemismo), il bamboccione può contare sull’aiuto di Terry (Natasha McElhone, reduce da Solaris), topina algida e saccente impiegata come ricercatrice del Ministero della Sanità (la solita spintarella, suppongo). Lei parcheggia a capocchia, lui (riconoscente per l’alto contributo alle indagini) provvede a stracciarle le multe. Si incontrano. Si piacciono. Bucano lo schermo insieme. Parlano di acari e suture mentre la pioggia (sempre Seven) continua a scendere sulle umane miserie. Lei gli chiede di non connettersi al sito maledetto, lui (maschio) infrange la promessa e se ne pente amaramente perché, poco dopo aver compiuto l’infausto passo, l’encefalo da ragazzo-copertina prende a funzionargli a fasi alterne. Sceneggiatura e regia non aiutano Mike a ritrovare il senno. È la fine: si arranca verso i titoli di coda tra grandi sghignazzate, sapendo che unico vero Malone del cinema fa l’attore porno!
(N.G.D’A.) |
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