Speciale John Woo: Windtalkers Filmografia Woo's talking |
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A Roma insieme all’attore Roger Willie per presentare Windtalkers, il suo ultimo film interpretato da Nicolas Cage, il cinquantaseienne regista nato a Guangzhou, Cina e vissuto ad Hong Kong prima di approdare negli States, si presenta in impeccabile abito nero e parla di cinema, di Hollywood, di un’opera cui tiene particolarmente: "Ho cercato di rappresentare la guerra in maniera realistica proprio perché la gente potesse avvertire quanto la guerra sia tremenda, quanto non sia positiva per nessuno. Questo è il motivo per il quale mi sono concentrato soprattutto sull’aspetto dell’amicizia". Ecco, in pillole, il Woo-pensiero, inclusi i suoi curiosi progetti futuri. ******* Windtalkers è l’inizio di un nuovo corso di John Woo? In effetti io ho realizzato tantissimi film: ho fatto qualche commedia, parecchi gangster-movies, parecchi film di kung-fu, avevo poi realizzato Mission Impossible (M:I-2, N.d.r.). Volevo veramente cambiare, fare qualcosa di diverso ed anche in un certo senso qualcosa di più serio. Quando mi è stata raccontata la storia di questo film sono rimasto molto colpito perché non conoscevo la storia dei codetalkers e la storia degli indiani navajos. Ho pensato che fosse giusto raccontarla, metterla in un film. Quanto c’è di storicamente vero, documentato, nel film e quanto è invece opera di fantasia? La parte che riguarda i codetalkers ed il codice è tutta assolutamente basata sulla realtà. In effetti quello era proprio il modo autentico in cui il codice funzionava. Anche tutta la parte che riguarda l’addestramento è vera: sul set avevamo un consulente che spiegava il linguaggio ed il modo di utilizzare il codice. Parte della storia è invece ovviamente frutto della fantasia, i momenti drammatici sono il risultato delle mie idee. Nel film c’è il punto di vista di un personaggio che non si identifica né con gli occidentali, né con quello dei giapponesi...
Ha avuto problemi ad Hollywood con il film, visto che in questo momento c’è molta retorica della ‘guerra purificatricè? Non ho incontrato problemi. Devo dire che all’inizio, prima di cominciare a girare, parecchie persone hanno espresso dubbi nei miei confronti perché non sapevano come un regista proveniente da un paese diverso, da una cultura diversa avrebbe poi raccontato quella che è una storia - sia con la esse minuscola che con la esse maiuscola - americana pura. In realtà poi gli studios mi hanno sostenuto e tuttora ritengono che io abbia realizzato un buon film. Mi è giunta voce all’orecchio che alcune persone pensavano che non fossi capace di dirigere questo film perché per loro sono ancora uno straniero. Qualcuno ancora dice: "Come fa un cinese a raccontare una storia americana?" Però, visto che registi americani possono raccontare storie che parlano di cinesi, perché io non posso raccontare una storia che parli di americani o di indiani americani? Anche Sergio Leone ha fatto delle cose grandissime, così ho pensato che avrei potuto fare un film di guerra. Sono orgoglioso di aver realizzato questo film e nel farlo ho sempre tenuto presente l’aspetto umano. Credo di essere stato molto neutrale, cercando di rappresentare sia il punto di vista degli indiani che quello dei marines. Il film però era pronto da un anno ma l’uscita nelle sale è stata bloccata dagli eventi dell’11 settembre...
Quali sono i suoi film di guerra preferiti? Niente di nuovo sul fronte occidentale, poi La Croce di Ferro di Peckinpah e...un altro film recente, un film anti-guerra: No Man’s Land che in effetti è forse diventato il mio film preferito...ce ne sono talmente tanti: Il Dottor Stranamore di Kubrick, anche se non è che fosse proprio un film di guerra. Il suo prossimo progetto? Sarà The Divided: un cinese e un irlandese si incontrano nell’ America del XIX secolo durante la costruzione della ferrovia. Poi una commedia romantica dal titolo Onore ai Ladri in cui due ladri si sfidano per un colpo grosso e per l’onore di una donna...poi un western e, ancora, un action-musical: un cocktail tra Bob Fosse e Sam Peckinpah con un pizzico di John Woo. Ho sempre sognato di fare un musical!
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