CARLO SPERA & STEREONOISE: Sto correndo

CARLO SPERA & STEREONOISE: Sto correndo (Videoradio)

CARLO SPERA & STEREONOISE: Sto correndo È decisamente appagante scoprire in redazione piccole perle come questo Sto correndo di Carlo Spera & Stereonoise.

Falla tu la recensione Jo!

Che roba è?

E io che minchia ne so…

Lo ascolto per la prima volta di mattina presto. Colazione ipervitaminica per recuperare energie dopo la gara di grappa al dattero con balordi di cui non ricordo le facce.

Una pila mostruosa di piatti da lavare.

Il primo pezzo, Brainstorm si insinua a passi felpati nel cervello ma sono ancora troppo rintronato per accorgermene.

Butto giù d’un colpo un concentrato di carote.

Come odore di giardino mi trova già più preparato.

Comincio a pensare, confrontare, ricordare.

Inzuppo biscotti mentre il piede batte colpi nervosi con Ti muovi e danzi.

Hu, hu, interessante

Dopo 15 minuti sono funzionante al 60% e la mia attenzione si riattiva con un sax davisiano che introduce Troppo sole.

Ho capito!

Questo è fottuto funk industriale con influenze di jazz asiatico e trance periodo Sheffield.

A metà del pezzo una voce ipnotica e recitativa mi coglie di sorpresa:

“voglio solo un po’ del tuo amore”.

Ma questi sono i Suicide italiani?

La title track inizialmente conferma le mie intuizioni ma poi sfugge, si contorce e penso a dei Clock DVA più pop, ai Cabaret Voltaire meno abrasivi.

Comincio a lavare i piatti maggiormente incrostati e una sottile esaltazione mi pervade.

Da quanto tempo è che non ascoltavo musica come questa?

Il fantasma è suspence allo stato puro. Ti aspetti che esploda da un momento all’altro, deflagri tutto ciò che trova sul suo cammino e non cede mai.

Quanto può essere bello il cantato in italiano se i testi non sono banali e si ha qualcosa da dire.

Acid jazz e Tempi moderni sono camaleontico break beat di buon livello mentre Good vibrations è morbosa ed aggressiva .

Sto ormai sciacquando i piatti quando penso a dei Primal Scream che si ritrovano dopo un rave in sala prove.

Inizia poi la parte più sperimentale del disco, sempre con basi funky devastate da sequencer metallurgici che dopo un paio di momenti incerti trova ragion d’essere in Flags, musica per danzare in modo disordinato.

La cucina è in ordine, i postumi stanno lentamente scomparendo e sarà un caso ma i due pezzi finali, Litorali e Dancefloor sono i più riflessivi del cd, molto jazzy e avvolgenti, perfetti per uscire di scena, perfetti per abbandonare soddisfatti una stanza linda e profumata.

Il 2005 della musica italiana non poteva iniziare meglio.

È possibile ascoltare i brani in mp3 all’indirizzo www.stereonoise.com

Jo Laudato