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Royksoop: The understanding (Virgin) |
Giunge come un’astronave dallo spazio più profondo il secondo, atteso album dei Royksoop. Il duo norvegese, sazio d’elogi e riconoscimenti che li ha portati a collaborare con artisti di tutto il mondo torna a riflettere sulla personale e futuristica visione della musica elettronica che da un lato si pone come revisione romantica degli anni ottanta (Pet Shop Boys su tutti), dall’altro getta uno sguardo sulle possibilità future della club culture. The understanding è space dance raffinatissima che apre finestre su mondi lontani e inabitati, puntellata da downbeats eterei che come satelliti ruotano creando infinite forme circolari. Difficile non rimanere avviluppati dalla scia generata dai loro loop mantrici e lunari, costantemente alleggeriti da groove docili e seducenti che alternano momenti di pura dancefloor a situazioni d’ambient salottiero. Circuit breaker, pur non essendo uno dei momenti più elevati del disco è forse la canzone che racchiude queste due diverse sensibilità del duo scandinavo con i suoi abbondanti otto minuti di fiume lavico attenuato da un flauto arabeggiante. Per capire veramente l’essenza di The Understanding dobbiamo pescare dal disco altre tracce. Per esempio in questi giorni non vi sarà difficile ascoltare il singolo Only this moment e rimanere indifferenti. Da un tappeto di synth devastante emerge il desiderio di abbandonarsi su una spiaggia deserta a ricordare i vecchi tempi e i vecchi amori, passioni sopite che un suono, un beat, una voce richiama alla memoria senza possibilità di controllo. Boys invece arriva piano, in punta di piedi, quasi non volesse disturbare. Qualche eco in lontananza, two step pulito e un basso funky primordiale; poi si arricchisce di sfumature preziose e cresce come un’onda di pura trance che ti strappa dalla realtà catapultandoti nell’intangibile universo dei sogni. Gotica e romantica What else is there cantata dalla voce robusta della svedese Karen Dreijer a testimoniare la volontà dei Royksoop di liberarsi dell’etichetta di band che propone solo pezzi d’instrumental music. Da menzionare infine Tristesse Globale epilogo sinfonico di una delicatezza immane, qualcosa che solo i migliori Air di Virgin suicides soundtrack avevano finora realizzato. Non lasciatevi spaventare dalla loro fama, non fatevi condizionare dalle conseguenze del sicuro successo che questo disco avrà ma abbandonatevi al loro incantevole sound e provate ad espandere la vostra mente. Jo Laudato |
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