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MARS VOLTA : Frances the mute (Universal)
Con Frances the mute i Mars volta decidono ancora una volta di giocare d’azzardo.
Per il gruppo di El Paso l’imperativo è sempre quello di stupire imponendo all’ascoltatore le proprie insondabili personalità.
Il disco è spiazzante, rischioso e scomodo.
Cinque pezzi per una durata totale di 75 minuti per dar vita ad un concept album che tanto assomiglia ad una creatura mostruosa e fuori controllo.
La scelta del concept è nata dal ritrovamento di un diario abbandonato da parte di uno dei membri della band che racconta la storia di un tizio alla ricerca dei suoi genitori.
In Frances the mute ci potete trovare un po’ di tutto. Il post punk del dopo Fugazi, il rock epico anglosassone, la progressive più ostica, il recupero imprescindibile degli Zeppelin e scorie di funky di irriconoscibile derivazione.
Purtroppo non sempre cento ingredienti fanno un piatto saporito.
Dopo aver ascoltato il disco cinque o sei volte e aver sentito la mia compagna chiedermi “Ma da quando in qua ti piacciono i King Crimson?” ho deciso di defenestrarlo.
Non mi sognerei mai di mettere in discussione il talento di Cedric Bixler e Omar Rodriguez ma non posso negare di sentire la mancanza degli At the drive in.
Ricordo con nostalgia un loro concerto al Forte Prenestino davanti ad una trentina di persone completamente impazzite che si chiedevano chi fossero quei quattro indemoniati.
Quelle fiammate, quegli attacchi dirompenti ed isterici non
mancano certo in questo disco ma per poterli
ascoltare
bisogna pazientare tra inutili momenti di free space noiosis rock .
Manie di grandezza o voglia di spezzare le rigide coordinate della forma canzone?
Ascoltando l’infinita e logorante Cassandra gemini sarei tentato di optare per la prima ipotesi.
Il nostro sciamano Capanna sentenzia severo prima ancora di ascoltarlo: “È anacronistico”.
Forse la chiave di lettura di questo disco è tutta qui. L’essere ingenuamente fuori dal tempo, pensare di poter lasciare un segno in un momento in cui sono centinaia le uscite discografiche degne di nota mentre il rischio effettivo è che questo polpettone, a distanza di mesi, non sarà facile da digerire.
Jo Laudato
