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TIROMANCINO: Illusioni parallele (Virgin) |
Sono le 11:07, che faccio per pranzo? Atroce dubbio di un lunedì mattina, porcodue! Metto su l’ultimo cd dei Tiromancino e penso che sì, beh, in effetti parliamo di rado di musica realizzata in Italia su queste pagine. Spaghetti al tonno o uova? Il ragù è finito ieri. Parte dritto e sicuro Pericle il nero, primo pezzo del disco, ottimo avvio dalla sbrigliata eleganza e penso che in fondo non si tratta di tirare nessuna barriera snobistica: il problema è tutto nel vuoto pressoché totale nel quale sembra sia nuovamente precipitata l’Italia che suona dopo i lampi di metà anni Novanta. “T’immagini se fossimo come gli uccelli / Sfruttare il vento e farsi trasportare...” Fame. Siamo molto oltre il banale languorino. Una riflessione profonda che si lega alla certezza di vedere in giro scarse eccezioni al flusso di idiozia (pre)cotta e mangiata, e tra queste il lavoro svolto da Federico Zampaglione, nato a Roma il 29 giugno 1968 (fonte: Rolling Stone, mica Eva Tremila!) merita indubbiamente un discorso a parte. Se La Descrizione di un attimo è stato il singolo-strike che qualche stagione fa ha attirato definitivamente l’attenzione sul progetto Tiromancino e Per me è importante una canzone predestinata allo status di classico, le undici composizioni inedite del nuovo disco (alle quali si aggiunge la cover di Felicità di Lucio Dalla) raggiungono quel respiro internazionale inseguito/vaneggiato da molti e da troppe voci fallito, sicuramente per un deficit di credibilità. (Sì, Ok. Ma a pranzo?) Illusioni parallele, registrato a Roma nel quartiere San Lorenzo (dove resistono ottime trattorie a prezzi onesti), arriva due anni dopo il precedente In continuo movimento ed è un viaggio urbano per istantanee sonore sostenuto da versi misurati, lenti e complessi saliscendi melodici e felici intuizioni (dal gancio reggae-pop con quartetto d’archi del primo singolo Amore impossibile, alla bellissima Esplode, cantata insieme all’ormai ubiquo Manuel Agnelli). Una raccolta di canzoni che parlano anche d’amore (perché no?) e che, forti di un grande senso del racconto hanno davvero tanto da insegnare alle sedicenti scuole e micro-scene cantautoriali di oggi (non sopporto Fabi & Gazzè. Non ho ancora capito come faccia Daniele Silvestri ad alternare brani interessanti a grandi porcate. Quanto a Tricarico, trovategli in fretta un asilo prima che incida un altro disco). “È amore impossibile quello che mi chiedi / Sentire ciò che tu sola senti e vedere ciò che vedi...” Si può parlare di perfezione (e non saprei davvero come descrivere altrimenti il mood elettrico/elettronico di Apro gli occhi). Si possono tirare fuori per l’ennesima volta i nomi che hanno di certo influenzato il cammino di Zampaglione & soci (attualmente Andrea Pesce e Luigi Pulcinelli) verso la meritatissima gloria. Pensi ai Massive Attack. Immagini una visita a Bristol di un Lucio Battisti post-Mogol, pre-Panella. Pensi ai Radiohead o alle poche cose decenti lasciateci dai Verve, poi lasci perdere. Questa è una storia italiana. Cominciata una quindicina di anni fa con incisioni non proprio memorabili, finalmente aperta all’universale dopo una sana maturazione cui non è estranea un’indovinata cernita di collaboratori (incluso papà Domenico Zampaglione per i testi). Pura magia fatta musica, dita che sfiorano i tasti del piano Rhodes, concentrato di poesia e atmosfera. Come il piano notturno e malinconico che attraversa La Terra vista dalla luna e il crescendo beatlesiano di Imparare dal vento. Come le le soffici pulsazioni di Apro gli occhi e l’orchestra Sinfonietta diretta da Gianluca Podio (“old fashioned”, molto anni ’70) de L’Autostrada. Come il beat iniziale di Esplode, propedeutico al violino di Dario Ciffo e alle chitarre che imprimono un indelebile marchio Afterhours al duetto, poi la tromba di Claudio Corvini su Attraversare la notte, quella chiusura che dice: “Attraversare la notte che arriva e che passa in fretta seguendo miraggi”. Ogni secondo di musica che si ascolta in Illusioni parallele fa gridare al miracolo, suscita una catena di piacevoli brividi sulla pelle, si può leggere infine come una profezia per il futuro della musica made in Italy. Beh, direi che anche per oggi il pranzo è servito.
(J.R.D.) sul web: http://www.tiromancino.com/ |
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