Corre
l’autunno dell’anno di grazia 2001, segnato dalle agghiaccianti immagini
provenienti da New York City. Per fortuna dalla Grande Mela giungono nel
Vecchio Continente anche segnali (suoni) davvero più confortanti, quelli che
inaugurano la nuova stagione dell’indie rap, nuovamente cosciente da un
punto di vista socio-politico. Non solo parole ovviamente: i nuovi
avanguardisti sono maturi anche dal punto di vista tecnico, conducono
un’approfondita ricerca nella confezione dei tappeti sonori che li porta a
frequentare territori prossimi all’elettronica come al rock. Teste di ponte
del nuovo hip hop intelligente le labels
Anticon (da San Francisco,
premiata famiglia di bianchi sperimentatori elettronici) e la nuovayorchese
Def Jux,
di proprietà del lungimirante
El – P (già componente
dell’innovativo trio delle meraviglie chiamato Company Flow, precursore
riconosciuto della nouvelle vague). Quest’ultima etichetta ha
distillato nelle ultime stagioni un rap saggio e musicalmente efficace,
regalando diversi classici. Tra questi spicca indubbiamente l’album Labor
Days di Ian Bavitz, Uomo di Long Island meglio conosciuto come
Aesop Rock,
uno dei primi alfieri della scuderia statunitense. Il nostro è Mc talentuoso,
dalla voce rauca e assolutamente particolare, dotato di un flow articolato
ed inimitabile, dalle liriche stratificate ed estremamente lavorate.
Ogni autunno Mr
Bavitz lancia al mondo i suoi messaggi, contenuti quest’anno nel nuovo disco
Bazooka Tooth, lavoro caratterizzato dagli ingredienti sopra
descritti. Musicalmente l’artista risulta particolarmente eterogeneo (come
peraltro già accaduto nei precedenti episodi), evocando sensazioni dal
sapore sempre particolare, siano esse vagamente orientali o marcatamente
tecno-algide.
La produzione
della nuova opera è saldamente nelle mani dello stesso Aesop Rock, che solo
qua e là si affida ai compagni di etichetta, nella fattispecie El – P
e Blockhead; idem come sopra per quanto riguarda gli ospiti vocali di
Bazooka Tooh, rari ma prestigiosi, come i
Cannibal Ox.
Spiccano tra le
15 tracce l’esotica N.Y. Electric, una sorta di lunga riflessione
sulle conseguenze psicologiche dell’undici settembre duemilauno, l’ipnotica
Wère Famous (dove il nostro alterna le rime a quelle del boss di
casa Def Jux) e la laconica Babies With Gun.
Consigliatissimo
a chiunque sia stremato dall’estenuante pletora di personaggi responsabili
di quella fuffa commerciale chiamata gangsta rap…