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BUGO: Dal lofai al cisei (Universal) |
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Bugo sulla portaerei Universal è uno spettacolo. Compact disc a 10 € (prezzi POPolari), firma per una major e i fessi a dire che è finita, il ragazzo si è venduto, addio belle speranze. Al festival dei fiori farebbe l’effetto di Vasco Rossi periodo Vado al massimo: chi è questo? Da dove è uscito? Come si permette? Un freak etilista all’Ariston? Beh, non sarebbe una novità. Bugo con la chitarra a tracolla e l’orchestra in tight alle spalle. Bugo in eurovisione, sorpreso dalle telecamere a sbirciare nel décolleté della calendariata di turno (“Ho messo un piede sulla merda...” ). Bugo accompagnato dai Camaleonti. Bugo canta Con il cuore nel culo. Auditel alle stelle. Bugo replicato su Blob. Va bene, spariamola bella grossa: Dal lofai al cisei è un album che vale quanto Nevermind ed Emozioni messi insieme. Un Lucio Cobain o un Kurt Battisti pazzo per i Melvins. Oppure un Aldo Nove che ritrova il microfono e riforma i Democrazia Cristiana nell’Italia globalizzata a forza di manganellate vere e metaforiche. “Uno stronzo galleggia / Morbida scheggia...” Cristian Bugatti da Trecate Novarese, ex operaio, continua a incidere le sue canzoni in cameretta (quasi) tutto da solo, senza un filo di logica di mercato. Fa uscire un singolo come Casalingo per la stessa etichetta di Grignani, in pieno boom Tiziano Ferro e di sicuro non pensa alle eventuali conseguenze. Incosciente. Vero è che l’imputato ammette con candore: “Noi non siamo umani e tu lo sai...” Anche il resto fa il suo porco effetto: dopo la parentesi intimista di Sentimento westernato si torna al rock’n’roll da furiosi del debutto. Rock’n’roll, giusto. Ai livelli della Jon Spencer Blues Explosion, però cantato in italiano. C’è stomaco in Milano tranquillità e poesia in Nero arcobaleno. Portacenere ha il ‘riffone killer’ che non perdona, Pasta al burro suona come una plausibile jam tra i Beastie Boys ed i Mudhoney, La mia fiamma calzerebbe a pennello su un servizio di Verissimo dedicato alle Herzigova/Sklenarikova/Colombari prossime venture. E Io mi rompo i coglioni è un hit per il quale molti cantautori (nessuna distinzione tra debuttanti e vecchie glorie) venderebbero la madre. Un pezzo da suonare ai falò sulla spiaggia dopo La Canzone del sole e prima di Sweet child of mine. Poi le tipe ci stanno. Se non ci stanno, va bene un’altra birra. “Scusa, chi sarebbe questo Bugo?” È rock’n’roll. Come prima del passaggio dalle piccole etichette (Wallace, Bar La Muerte) ad una multinazionale, dai concerti organizzati con mezzi di fortuna alla grande macchina promozionale. Rock’n’roll acido, psichedelico, extraterrestre, contagioso, genuinamente folle. Lo sanno alla Universal e adesso lo sappiamo anche noi: infischiandosene delle lagne di chi lamenta una (inverosimilmente) perduta libertà artistica, il Bugo ha semplicemente allargato il giro. (N.G. D’A.) Bugo sul web: www.bugo8.cjb.net |