CASINO ROYALE: Soul of Ska/Jungle Jubilee (Royality)

1987-1990: formidabili quegli anni! Dieci rude boys milanesi intrippati duri con lo ska diedero alle stampe due dischi da fuoriclasse assoluti. I Casino Royale pre-infatuazione per il ‘Wild Bunch sound’ di Bristol respiravano la musica che tra gli anni ’50 e ’60 unì in un ponte ideale Kingston e Londra: soul+reggae con l’energia del punk. Chiunque abbia avuto la fortuna di vederli in azione sul palco in quel periodo non ricorda un concerto in senso canonico ma un party incandescente orchestrato dai due cantanti originali Aliosha Bisceglia e Giuliano Palma. Una festa durante la quale i fiati ci davano dentro pattinando su un beat senza sbavature. Groove giusto, pezzi giusti (Never let you go; Love is the law; Unemployed investigator; Bonnie & Clyde), ispirazione presa da Lauren Aitken, Skatalites, Toots & The Maytals, The Clash. Nero e bianco, Chicago e la Giamaica, Carosone e i Blues Brothers. Si ballava e, dopo l’ultimo pezzo, l’orchestra non se la tirava per niente: finivi col bere qualcosa con qualcuno di loro parlando di musica, ragazze e vecchi film.

Da molto tempo, quelle prime incisioni risultavano introvabili, fuori catalogo. Riemergono oggi in un box di due cd al prezzo di uno: Soul of Ska e Jungle Jubilee. Ventidue canzoni in tutto, tra brani autografi e covers (spiccano Under the Boardwalk sul primo album, la trascinante Skaravan Petrol sul secondo), un piatto forte preparato dalla Royality, etichetta degli stessi Casino Royale, per i fans della prima ora e per gli (imperdonabili) ritardatari. A proposito: che fine hanno fatto i Casino Royale? Giuliano Palma è fuori dal gruppo dai tempi di Crx e si è dedicato anima e corpo ai Bluebeaters (progetto in origine solo parallelo ai due gruppi madre C.R. e Africa Unite). Aliosha e Pardo risultano titolari di un album di drum’n’bass sotto la sigla RYLZ che non ha riscosso il successo sperato. Si dice che i Casino stiano per tornare, che abbiano deciso di rimettersi a scrivere canzoni. Quale sarà la nuova direzione? Una cosa è certa: questa nazione è così povera di veri talenti che la loro assenza si sente. Qualsiasi stile abbiano attraversato nel corso della loro carriera, i C.R. non hanno mai fatto la figura degli imitatori, questo è certo. Persino Dainamaita, il famoso disco del passaggio dal cantato in inglese all’italiano e della svolta crossover, suona splendidamente a dieci anni di distanza dalla sua pubblicazione. Questa ristampa riempie in qualche modo un vuoto. Alimenta la speranza di rivedere un giorno Aliosha e Giuliano ancora insieme a saltare come grilli sul palco mentre il pubbliconon riesce a smettere di muovere il culo.

 (N.G.D’A.)

sul web: www.royalityrecords.com